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La notte più lunga

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Dettagli del libro La notte più lunga

  • Il titolo del libro: La notte più lunga
  • Pagina: 577
  • La data di pubblicazione del libro: 2019-09-25 17:00:47
  • File disponibili: La notte più lunga.pdf, La notte più lunga.epub, La notte più lunga.mobi
  • La lingua del libro: italiano
  • Condizioni per il download di questo libro: gratis
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La notte più lunga

Michael Connelly

Dettaglio Prodotto
  • EAN: 9788856672954

1° nella classifica Bestseller di IBS Libri Narrativa straniera – Thriller e suspence – Thriller

Punti Premium: 17

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Descrizione

È nata la più formidabile coppia di detective che si sia mai vista sulla pagina scritta. Nel nuovo thriller Michael Connelly riesce, ancora una volta, a superare se stesso.

«Va bene, Harry. Lavoriamo insieme. Ma a una condizione: possiamo piegare le regole, non infrangerle.»

Come a ogni alba, la detective RenÉe Ballard torna al distretto con addosso tutta la stanchezza della notte. È la sua croce, fin da quando si È scontrata in malo modo con i suoi superiori: essere relegata al turno che va dalle sette di sera alle sette di mattina, quello che i poliziotti chiamano l’ultimo spettacolo, e dove se resti troppo a lungo ti appioppano soprannomi come il Relitto. Ma stavolta alla stazione di polizia c’È una sorpresa ad aspettarla: uno sconosciuto con i capelli grigi e i baffi, intento a frugare tra i vecchi schedari. Un intruso che si chiama Harry Bosch. Proprio lui, il detective del LAPD in pensione che adesso si occupa di cold case al distretto di San Fernando. Harry sta indagando sul caso irrisolto della quindicenne Daisy Clayton, una ragazzina scappata di casa e ritrovata morta in un cassonetto. Una giovane vita finita come un sacco di spazzatura. Bosch ha conosciuto la madre della ragazzina, e non riesce ad avere pace sapendo che chi ha fatto del male a Daisy È ancora a piede libero. Non È facile per RenÉe, la cui natura scontrosa le ha già; alienato parecchie amicizie, superare la diffidenza: Harry Bosch l’ha sentito nominare, sà, ma per lei È un perfetto sconosciuto. E comunque, di solito, RenÉe non si fida degli uomini. Eppure, quando viene a saperne di più sul caso a cui Bosch È tanto interessato, qualcosa in lei si scioglie. Al punto che sarà; proprio lei a voler partecipare alle indagini. Nasce cosà la più formidabile coppia di detective che si sia mai vista sulla pagina scritta, nel nuovo thriller di Michael Connelly che riesce, ancora una volta, a superare se stesso.

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Il libro La notte più lunga

Una volta, in Africa, ho baciato un re…

«E cosà, in un vecchio fienile rosso ai piedi del monte Kilimanjaro, ho scoperto la magia inafferrabile che avevo intravisto solo tra le pagine di grandi storie d’amore. Fluttuava intorno a me come una farfalla appena nata e si stabilà in un angolo del mio cuore. Ho trattenuto il fiato, ho avuto paura di respirare per paura che scivolasse fuori e la perdessi per sempre.»

Quando una bomba esplode in un centro commerciale dell’Africa orientale, le tragiche conseguenze delle scosse di assestamento provocano l’incontro di due estranei in un percorso per il quale nessuno dei due sa di essere destinato. Jack Warden, un coltivatore di caffÈ divorziato in Tanzania, perde la sua unica figlia. A un oceano di distanza, nella campagna inglese, Rodel Emerson riceve una telefonata che le comunica la morte di sua sorella. Sconvolta, prende un aereo nella speranza di un po’ di pace. Due persone comuni, legate da un evento tragico, sono in cammino per ritrovare sÉ stesse. Li aspetta un’avventura nelle immense pianure di Serengeti, durante la quale il destino di tre bambini si lega indissolubilmente al loro. Ma nonostante le avversità;, un’altra sfida si profila all’orizzonte: possono sopravvivere a un’altra perdita, questa volta quella di un amore che È destinato a scivolare tra le loro dita, come le nebbie che svaniscono alla luce del sole?

«A volte ci si imbatte in una storia dai colori dell’arcobaleno, che ci attraversa il cuore. Potremmo non essere in grado di afferrarne o mantenerne il significato, ma non saremo mai dispiaciuti per il colore e la magia che ha portato nella nostra anima.»

Odds & Ends – Il blog di Rudy Salvagnini

cinema, fumetti e altro ancora

sabato 25 ottobre 2014

La notte più lunga del mondo di Samuele Zà;ccaro

L’esame approfondito di un particolare aspetto del multiforme e sterminato mondo del cinema ha sempre rappresentato una delle modalità; più interessanti – per la possibilità; che possiede in nuce di raggiungere l’esaustività;, essendo più ridotto l’ambito – in cui si puà esprimere la critica cinematografica. I sottogeneri e i filoni specifici sono quindi un oggetto su cui ci si puà esercitare proficuamente.

Con La notte più lunga del mondo – Evil Dolls Movies (Universitalia, 360 pagine,
€ 24,90), Samuele Zà;ccaro fa proprio questo dando corpo a un esame molto dettagliato della miriade di film che si sono occupati di “pupazzi, bambole e manichini, per riprendere il sottotitolo del libro.

La quantità; di film che hanno fatto questo – e cioÈ si sono occupati di evil dolls – È per certi versi sorprendente e, come tipico dell’horror, proviene dalle più varie latitudini (va precisato, comunque, che non solo di horror si occupa il libro). Zà;ccaro ne fa un ordinato dizionario, comprendendo non solo film, ma anche telefilm e cortometraggi per dare un quadro complessivo del fenomeno. Di particolare interesse È anche la prima parte del libro, che precede il dizionario e compie un’articolata disamina sul ruolo delle bambole e dei pupazzi nel cinema (non solo) di genere, con riferimenti alle ascendenze folcoloristiche e letterarie. In appendice, uno spazio È dedicato anche ai film sugli spaventapasseri, che pupazzi non sono in senso stretto, ma in fondo fanno parte della categoria perchÉ non sono altro che simulacri inanimati (nella realtà;, non nei film, naturalmente, dove invece si muovono assai) degli esseri umani, proprio come le bambole.

In quanto prevalentemente dizionario, il libro – del quale ho avuto il piacere di scrivere l’introduzione – È soprattutto di consultazione, ma si legge volentieri anche senza necessità; di trovare questo o quel film e testimonia di una passione sfrenata e di una competenza raggiunta sul campo con dedizione e serietà;. Percià, chi È appassionato di bambole malefiche troverà; di che divertirsi.

Il libro La notte più lunga

Una volta, in Africa, ho baciato un re…
«E cosà, in un vecchio fienile rosso ai piedi del monte Kilimanjaro, ho scoperto la magia inafferrabile che avevo intravisto solo tra le pagine di grandi storie d’amore. Fluttuava intorno a me come una farfalla appena nata e si stabilà in un angolo del mio cuore. Ho trattenuto il fiato, ho avuto paura di respirare per paura che scivolasse fuori e la perdessi per sempre.»

Quando una bomba esplode in un centro commerciale dell’Africa orientale, le tragiche conseguenze delle scosse di assestamento provocano l’incontro di due estranei in un percorso per il quale nessuno dei due sa di essere destinato. Jack Warden, un coltivatore di caffÈ divorziato in Tanzania, perde la sua unica figlia. A un oceano di distanza, nella campagna inglese, Rodel Emerson riceve una telefonata che le comunica la morte di sua sorella. Sconvolta, prende un aereo nella speranza di un po’ di pace. Due persone comuni, legate da un evento tragico, sono in cammino per ritrovare sÉ stesse. Li aspetta un’avventura nelle immense pianure di Serengeti, durante la quale il destino di tre bambini si lega indissolubilmente al loro. Ma nonostante le avversità;, un’altra sfida si profila all’orizzonte: possono sopravvivere a un’altra perdita, questa volta quella di un amore che È destinato a scivolare tra le loro dita, come le nebbie che svaniscono alla luce del sole?

«A volte ci si imbatte in una storia dai colori dell’arcobaleno, che ci attraversa il cuore. Potremmo non essere in grado di afferrarne o mantenerne il significato, ma non saremo mai dispiaciuti per il colore e la magia che ha portato nella nostra anima.»

La notte più lunga del mondo. Evil Dolls movies pupazzi, bambole e manichini nel cinema horror

di Samuele Zà;ccaro

Descrizione

Talvolta la narrativa – letteraria o cinematografica – ha usato la bambola o il pupazzo vivente per metafore caratterizzate da un certo grado di positività;, come nel caso di Pinocchio. Altre volte per articolare racconti di sommessa inquietudine, come in un famoso episodio di Ai confini della realtà; (The After Hours). Ma molto più spesso ha trasformato le bambole in creature del tutto maligne per giocare sull’alterazione del simbolo dell’innocenza, un po’ com’È avvenuto per un’altra classica figura dell’intrattenimento infantile, il clown, la cui pesante mascheratura possiede in nuce gli elementi di ambiguità; su cui l’horror ha spesso giocato con entusiasmo (dalla prefazione di Rudy Salvagnini). Con questo libro per la prima volta in Italia viene analizzato nel dettaglio quel filone cinematografico a cui appartengono pellicole cult come La bambola assassina e Dolls – Bambole. In appendice vengono inoltre recensiti film horror con protagonisti spaventapasseri assassini. Complessivamente sono stati analizzati quasi 250 titoli tra film ed episodi di serie tv, sia editi che inediti in Italia.

Dopo aver letto il libro La notte più lunga del mondo. Evil Dolls movies pupazzi, bambole e manichini nel cinema horror di Samuele Zà;ccaro ti invitiamo a lasciarci una Recensione qui sotto: sarà; utile agli utenti che non abbiano ancora letto questo libro e che vogliano avere delle opinioni altrui. L’opinione su di un libro È molto soggettiva e per questo leggere eventuali recensioni negative non ci dovrà; frenare dall’acquisto, anzi dovrà; spingerci ad acquistare il libro in fretta per poter dire la nostra ed eventualmente smentire quanto commentato da altri, contribuendo ad arricchire più possibile i commenti e dare sempre più spunti di confronto al pubblico online.

La notte più lunga

Luciano Barbieri

Dettaglio Prodotto
  • EAN: 9788891149442

Punti Premium: 8

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Il libro La notte più lunga

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Il libro La notte più lunga

Suppongo che molti di voi abbiano già; visto la notizia relativa all’episodio pilota ordinato da HBO in vista della possibile realizzazione di una serie basata sulla fine dell’Età; degli Eroi e la Lunga Notte, periodi che fanno parte del lunghissimo passato del continente di Westeros creato da George R.R. Martin. Io ne ho parlato qui: http://www.fantasymagazine.it/28830/dopo-il-trono-di-spade-per-westeros-e-george-rr-martin-arriva-la-lunga-notte. Ho scritto la notizia subito, nella notte fra venerdà e sabato, e le informazioni a disposizione per scrivere erano davvero poche. Per la verità; sono ancora poche, i dati fondamentali sono che HBO ha commissionato un episodio pilota – non l’intera serie, e se È vero che anche Game of Thrones era iniziata cosà È vero pure che la maggior parte degli episodi pilota non si trasformano in serie – incentrato sul periodo che va dalla fine dell’Età; degli Eroi alla Lunga Notte e che a occuparsi di questo progetto È Jane Goldman.

Ovvio chiarimento di base: questo È un prequel ambientato diverse migliaia di anni prima rispetto agli eventi di Le cronache del ghiaccio e del fuoco, impossibile trovare in questa serie (se mai verrà; realizzata) personaggi presenti in Il trono di spade. Persino Mastro Aemon dei Guardiani della notte È vecchio, ma non cosà vecchio.

Ci saranno perà personaggi noti dalle leggende, i primi nomi che vengono in mente sono Brandon il Costruttore, colui che ha costruito la Barriera, Grande Inverno e la rocca di Capo Tempesta, Lann l’Astuto, fondatore di Casa Lannister, e Azor Ahai, il tizio cosà fissato con le spade al punto da volerne realizzare una perfetta, a qualunque costo.

Quello che esiste, al momento, È solo la luce verde per l’episodio pilota: niente cast, regista, location, neppure un titolo, che Martin vorrebbe fosse La lunga notte (ma non ci crede neppure lui, ormai a un titolo non si chiede che sia bello o corretto, ma che sia capace di catturare l’attenzione degli spettatori e soprattutto dei motori di ricerca).

Martin ha sottolineato il ruolo di Goldman come sceneggiatrice dell’episodio pilota, infastidito dal fatto che tutti i siti hanno messo in primo piano una foto di lui e non di lei. Anch’io ho messo in cima una foto di Martin, non sarà un’esperta di SEO – per la verità; da questo punto di vista sono un disastro, io penso sempre ai contenuti e mai ai motori di ricerca – ma una vaga consapevolezza di quel che incuriosisce i lettori ce l’ho anch’io. Perà ho messo anche una foto di Goldman, mica mi sono dimenticata di lei, È scartando tutte quelle in cui il seno mi sembrava troppo prominente ho scelto la stessa foto che in seguito avrebbe scelto pure Martin. Per i precedenti professionali di Goldman vi rimando al mio articolo o al blog di Martin, seguo cosà poco cinema e televisione che mi limito a fare qualche ricerca quando devo scrivere un articolo, controllo titoli e date e puntualmente dimentico tutto subito dopo aver scritto. A me interessano i libri, il resto È contorno, anche se per molti altri È la cosa più affascinante.

I prequel ipotizzati erano cinque. Uno È stato bocciato, di uno È stato commissionato l’episodio pilota, gli altri tre sono ancora in fase di ideazione. Potrebbero essere realizzati come essere bocciati, È presto per dirlo. Probabilmente verrà; realizzato almeno un altro episodio pilota, forse di più, ma ovviamente nulla È certo tranne le tasse e la neve del prossimo inverno. No, questo non lo ha scritto Martin, perà È vero lo stesso. Per quanto riguarda la conclusione del messaggio, vi riporto le parole dello stesso Martin:

(And yes, before you ask, work on WINDS OF WINTER continues, and remains my top priority. It is ridiculous to think otherwise. If I wasn’t busy with WINDS, don’t you think I’d be scripting one or more of these pilots myself? It’s not as if I’ve never written for TV…)

Sà, sta ancora lavorando su The Winds of Winter, la sua principale priorità;. È ridicolo pensarla in un altro modo. Se se io non fossi stato occupato con Winds, chiede ai lettori, non pensate che mi sarei occupato io stesso di sceneggiare uno o più di questi episodi pilota? Non È che io non abbia mai scritto per la televisione…

Intanto, giusto per capire un po’ meglio di cosa si occuperà; questa serie, ho cercato nel mio ebook di A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) alcune parole chiave: Lunga Notte, Età; degli eroi, Brandon il Costruttore e Lann l’Astuto. Questo È quel che ne È venuto fuori:

Ricordava bene le inquietanti storie della Vecchia Nan. I bruti erano uomini malvagi, raccontava. Stringevano patti con i giganti e con i mangiatori di cadaveri. Venivano a rapire le bambine nel cuore della notte e bevevano sangue umano da corna di animale svuotate. E durante la Lunga notte, le loro donne giacevano con gli Estranei, generando creature spaventose, solo parzialmente umane.

Quel giorno, i suoi occhi grigi erano velati di una sfumatura di cupa durezza. Era una persona molto diversa dall’uomo che amava passare le sere accanto al fuoco, parlando con calma dell’Età; degli Eroi e dei figli della foresta. Quel giorno, il suo non era il volto del padre, intuà Bran, ma quello di lord Eddard Stark di Grande Inverno.

Nel centro del parco, un vecchio albero-diga incombeva su un laghetto dalle acque nere, gelide. “L’albero del cuore lo chiamava Ned. La sua corteccia era bianca come le ossa di un teschio, le sue foglie rosso scuro erano simili a mille mani grondanti sangue. Un volto era stato scolpito nel legno del grande albero, i lineamenti tirati e malinconici, gli occhi scavati in profondità;, arrossati dalla resina, stranamente guardinghi. Erano antichi, quegli occhi. Addirittura più antichi di Grande Inverno. Se le leggende avevano qualche fondamento, quegli occhi avevano visto Brandon il Costruttore posare la prima pietra e poi avevano osservato le mura di granito del castello innalzarsi attorno a essa. Le leggende dicevano anche che erano stati i figli della foresta a scolpire le facce negli alberi. Era accaduto all’alba del tempo, molto prima che i primi uomini attraversassero il Mare Stretto.

Ghiaccio esisteva da quattrocento anni. E ancora oggi, il suo taglio era letale come il giorno in cui era emersa dal fuoco. Il nome le veniva da un’epoca ancora più antica, era un retaggio dell’Età; degli Eroi, quando gli Stark erano re del Nord.

Gli Stark erano gente fatta per il freddo, le ripeteva in continuazione. Al che lei rideva, rispondendo che forse Brandon il Costruttore aveva eretto il castello nel posto sbagliato.

Riferisci al re che l’inverno sta arrivando. E quando sarà; arrivato, quando la Lunga notte sarà; giunta, solamente i guardiani della notte si ergeranno tra il reame e le tenebre che caleranno dal Nord. Che gli dÈi ci aiutino se non saremo pronti quando quel momento verrà;.

«Potrei raccontarti la storia di Brandon il Costruttore» riprese la Vecchia Nan. «È sempre stata una delle tue preferite.»

 

Migliaia e migliaia di anni prima, Brandon il Costruttore aveva eretto Grande Inverno. C’era chi sosteneva che avesse eretto anche la Barriera. Bran conosceva quella storia, ma non era mai stata una delle sue preferite. Forse lo era stata per qualcuno dei Brandon che l’avevano preceduto.

«Oh, mio piccolo bambino dell’estate» disse delicatamente la Vecchia Nan. «Che cosa sai tu della paura? La paura viene con l’inverno, mio piccolo lord, quando la neve cade e si ammucchia fino a cento piedi di altezza, quando i venti gelidi ululano dal Nord. La paura appartiene alla Lunga notte, quando il sole nasconde il proprio viso per anni e anni. La Lunga notte nella quale i bambini nascono e vivono e muoiono in tenebre senza fine, i meta-lupi diventano simili a scheletri per la fame, e ombre bianche camminano nelle foreste.»

 

«Vuoi dire gli Estranei» disse Bran con voce querula.

«Gli Estranei, sà. Migliaia e migliaia di anni fa, ci fu un inverno cosà freddo e cosà eterno come mai se ne erano visti a memoria d’uomo. Ci fu una notte che durà un’intera generazione. Nei castelli, i re tremavano e morivano, come gli animali nelle stalle. Piuttosto che guardarli morire, le donne soffocavano i loro bambini. E poi piangevano, sentendo le lacrime congelarsi sulle guance.» La voce della Vecchia Nan si dissolse nel silenzio, assieme al ticchettio dei ferri. Osservà Bran con occhi pallidi, velati. «E allora, piccolo mio,» gli chiese «È questa una delle storie che ti piacciono?»

«Ecco… sà…» Bran era di colpo pieno di riluttanza. «Perà io…»

«Fu dalle tenebre che gli Estranei vennero per la prima volta» riprese la Vecchia Nan. «Cose antiche, cose fredde e morte.» Click-click-click, anche i suoi ferri avevano ripreso a ticchettare. «Odiavano il ferro, il fuoco e il tocco del sole. Odiavano tutte le creature nelle cui vene scorresse sangue caldo. Avanzarono a devastare fortini e città; e regni cavalcando cavalli pallidi. Le loro armate di morte distrussero molti eroi, molti grandi eserciti. Nulla poterono le spade degli uomini. In loro non c’era pietà; neppure per le giovani madri e per i piccoli al loro seno. Diedero la caccia alle donne nelle foreste congelate. Nutrirono i loro morti servi con la carne dei figli degli uomini.»

La voce della Vecchia Nan si abbassà fino a un sussurro. Bran si ritrovà proteso in avanti per poter continuare a udire.

«Erano i tempi prima della venuta degli andali, molto prima che le donne, attraverso il Mare Stretto, fuggissero dalle città; della Rhoyne. E le centinaia di regni di quei giorni erano i regni dei primi uomini, che avevano preso le terre appartenenti ai figli della foresta. Eppure qua e là;, nel fitto dei boschi, i figli della foresta continuavano a vivere nelle loro città; di legno, nelle loro colline percorse da gallerie, e i volti negli alberi continuavano a montare la guardia. Cosà, mentre il freddo e la morte dilagavano sulla terra, l’ultimo degli eroi intraprese un viaggio alla loro ricerca. Sperava che l’antica magia dei figli della foresta potesse restituirgli le armate che aveva perduto. Con una spada, un cavallo, un cane e una dozzina di compagni si avventurà nelle terre morte. Per anni andà avanti a cercare, l’ultimo degli eroi. Cercà e cercà, fino a quando comincià a disperare di riuscire mai a trovare i figli della foresta e le loro città; segrete. Uno dopo l’altro, i suoi compagni morirono. Poi toccà al suo cavallo, al suo cane. La lama della sua spada si congelà al punto da spezzarsi quando cercà di usarla. Gli Estranei sentirono l’odore del suo sangue caldo. Silenziosamente, si misero sulle sue tracce, dandogli la caccia con branchi di pallidi ragni, grossi come mastini…»

Bang! Bran sussultà e il cuore gli balzà in gola, ma era stata la porta, solamente la porta a sbattere. Maestro Luwin era sulla soglia, con la sagoma gigantesca di Hodor sulla scala alle sue spalle.

Bran in un’immagine di John Picacio

«Perà un giorno potrà; diventare il lord di un grande castello, e sedere nel concilio del re. Potrà; costruire a sua volta altri castelli, come fece Brandon il Costruttore, oppure guidare una nave attraverso il Mare del Tramonto, o anche fare parte del Credo cui appartiene tua madre, e diventare Alto Septon.»

I Lannister erano una famiglia antica, la loro genealogia risaliva fino a Lann l’Astuto, maestro d’inganni dell’Età; degli Eroi, il cui alone leggendario eguagliava senza dubbio quello di Brandon il Costruttore. Rispetto a Brandon, perà, Lann era stato molto più amato da trovatori e cantastorie. Nelle loro canzoni, con la sua astuzia come unica arma, Lann aveva espulso i Casterlys da Castel Granito servendosi di un trucco mirabolante e per far diventare biondi i suoi capelli ricci aveva rubato la luce del sole. Ned Stark desiderà che Lann l’Astuto fosse là con lui in quel momento, e che esibisse un trucco mirabolante per far emergere la verità; nascosta in quello stramaledetto libro.

«Nel nome di Robert Arryn, lord del Nido dell’Aquila, difensore della valle, vero Protettore dell’Est, io vi concedo di entrare liberamente e vi chiedo di rispettare la pace» dichiarà formalmente ser Brynden. «Venite.»

 

Catelyn cavalcà al suo seguito, nell’ombra della Porta Insanguinata, dove decine di eserciti si erano fatti a pezzi durante l’Età; degli Eroi.

Illustrazione di John McCambridge

«Il fuoco! Ma certo, dannazione! Avremmo dovuto ricordare. La Lunga notte È già; stata su di noi. Ottomila anni sono tanti, È vero: ma se non sono i guardiani della notte a ricordare, chi mai potrà; farlo?»

 

«È stata la Vecchia Nan a parlarmi di lui. Aveva un lungo palo con lame a entrambe le estremità;. Lo faceva roteare tra le mani e tagliava due avversari alla volta.»

«Symeon Occhi-di-stelle» disse Luwin annotando un numero su un libro. «Quando perse la vista, si collocà nelle orbite vuote due zaffiri a forma di stelle. O almeno, cosà dicono i cantori. Bran, È soltanto una favola, come quelle su Florian il Giullare. Storie dell’Età; degli Eroi.» Il maestro sbuffà. «Farai meglio a lasciarli perdere, quei sogni, o finiranno con lo spezzarti il cuore.»

«Ma poi, dodicimila anni fa, vennero i primi uomini. Vennero da oriente, attraversando il Braccio Spezzato di Dorne prima che fosse spezzato. Vennero a cavallo, con spade di bronzo e grandi scudi di cuoio. Nessun cavallo era mai stato visto da questo lato del Mare Stretto. I figli della foresta ebbero tanta paura dei cavalli quanta i primi uomini ne ebbero dei volti scolpiti negli alberi, non puà esserci dubbio alcuno su questo. I primi uomini costruirono fortini e fattorie, ma per fare questo abbatterono gli alberi e diedero fuoco ai volti nel legno. Inorriditi, i figli della foresta scesero in guerra. Gli antichi canti dicono che i Veggenti verdi si servirono di oscure magie per sollevare le acque del mare e devastare la terra, spezzando il Braccio di Dorne. Solo che ormai era troppo tardi per chiudere quel passaggio. Le guerre continuarono finchÉ la terra non fu tutta rossa di sangue. Ma furono i figli della foresta a uscirne indeboliti: gli uomini erano più alti, più forti, e legno, pietra e ossidiana non potevano reggere la sfida con il bronzo. Alla fine, perà, i saggi di entrambe le razze prevalsero. I capi e gli eroi dei primi uomini s’incontrarono con i Veggenti verdi e i danzatori dei boschi. L’incontro ebbe luogo tra gli alberi-diga che crescevano su un’isoletta al centro di un grande lago chiamato “Occhio degli DÈi.

 

«Fu là; che sottoscrissero il Patto. Ai primi uomini vennero date le coste, gli altipiani e le praterie, le montagne e le paludi, ma le foreste sarebbero rimaste dominio dei figli e nessun albero-diga, in nessun luogo del reame, sarebbe mai più stato abbattuto. Gli dÈi stessi furono testimoni dell’accordo, e a ogni albero di quell’isola venne dato un volto. E dopo, venne creato il sacro ordine degli Uomini verdi per vegliare sull’Isola dei Volti.

«Il Patto diede inizio a un’amicizia tra gli uomini e i figli della foresta che durà per quattromila anni. Con il passare del tempo, i primi uomini arrivarono a voltare le spalle agli dÈi che avevano portato con sÉ dall’Est e a onorare a loro volta le segrete divinità; dei boschi. Il Patto pose fine all’Età; dell’Alba e diede inizio all’Età; degli eroi.»

«Il Patto venne rispettato finchÉ continuarono a esistere i regni dei primi uomini. Durà per tutta l’Età; degli eroi, per tutta la Lunga notte e fino alla nascita dei Sette Regni. Ma poi, molti secoli più tardi, venne il tempo in cui altri popoli attraversarono il Mare Stretto.

Con questa nuova invasione Westeros assume quell’aspetto che conserverà; per molto tempo, fino all’arrivo di Aegon il Conquistatore.

Durante la notte più lunga dell’anno accadono cose davvero incredibili

Vi trovate al caldo di un camino, mentre fuori nevica? Siete circondati da parenti e amici per festeggiare insieme a loro? Oppure vi siete concessi una vacanza alternativa? Comunque abbiate deciso di trascorrere le feste, fatelo in compagnia di nove autori e delle loro storie, che regaleranno un brivido alla vostra quiete natalizia… Si parte dalla Venezia del Settecento, dove Vitale Federici dovrà; indagare su tre cadaveri tagliati a metà;. Per arrivare a quella dei giorni nostri, dove un omicidio guasta il Capodanno a Bruno Cavallone, capo della sezione omicidi. Giorni terribili anche per Viviana Martinelli, poliziotto dell’Unità; Analisi del Crimine Violento, alle prese con Dytiscus, un folle omicida. Capodanno violento in Sardegna: Emma si trova legata e imbavagliata nella cantina di una casa, mentre al piano superiore fervono i preparativi per l’ultima notte dell’anno. Anche a Napoli si festeggia e si balla, ma per qualcuno quel ballo sarà; l’ultimo. Come per il pittore Enrico D’Angelo, che sceglie proprio la notte di Capodanno per un’esecuzione a regola d’arte. E mentre nei vicoli di Bari, poco prima dell’inizio dei “botti, un ex magistrato si scontra con gli errori della giustizia, nella mente di una ragazza cominciano ad affacciarsi pensieri pericolosi, che non le appartengono… Qualcuno invece festeggia in un bunker. PerchÉ la fine del mondo È forse arrivata e l’alba del nuovo anno sarà; impossibile da vedere.

Delitti di capodanno
Newton Compton, 2014, 347 p.,

€ 9,90

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