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Dettagli del libro La bambina che guardava i treni partire
- Il titolo del libro: La bambina che guardava i treni partire
- Pagina: 561
- La data di pubblicazione del libro: 2019-09-24 18:31:35
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- La lingua del libro: italiano
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“La bambina che guardava i treni partire di Ruperto Long
Ruperto Long, autore di “La bambina che guardava i treni partire, romanzo che ricostruisce molti brani di storia vera, È un saggista e uomo di cultura uruguaiano, che esordisce nella narrativa con questo libro che “ha commosso il mondo: per una volta la fascetta che la casa editrice ha apposto sulla copertina del volume non È retorica, ma risponde davvero alle emozioni che il lettore prova nel lungo racconto che ha per principale protagonista la bambina del titolo, Charlotte.
Figlia minore di una coppia di ebrei di Liegi, nella Vallonia belga, Blima e LÉon, ricchi e increduli che la persecuzione degli ebrei possa toccare anche loro, hanno parenti sparsi in Europa: il cugino Alter raggiungerà; la Polonia, dove sono rimasti i genitori, il fratello Paul, tagliatore di diamanti ad Anversa, esita prima di dec /> Le storie raccontate in “La bambina che guardava i treni partire sono perà affidate alle voci dei tanti protagonisti che hanno vissuto la tragedia della seconda guerra mondiale: prendono la parola testimoni, vittime, carnefici, soldati, semplici cittadini, baristi, volontari, combattenti della Legione straniera venuti dall’altro mondo: infatti proprio dall’Uruguay partiranno come volontari alcuni giovani decisi a dare una mano all’Europa invasa e soggiogata dalle truppe hitleriane: ecco Domingo Lopez Delgado, Anton Salaverri, Facundo Pelaez e altri che dopo aver attraversato l’oceano e il canale di Suez, vengono arruolati nella Legione Straniera al servizio della Francia libera del generale Da Gaulle, che con le forze della Resistenza si opponeva ai nazisti, e combatteranno molto valorosamente in Africa, fino alla battaglia di El Alamein che deciderà; le sorti del conflitto in modo definitivo, nel calore accecante del deserto, sottoposti alla tortura della sete. Ma lo scacchiere europeo È vasto, e il libro ne parla raccontando del ghetto all’interno delle città; polacche, dove gli ebrei saranno sterminati a decine di migliaia, e dove perderà; la vita Alter, nobile figura di patriota ebreo, protettore del suo popolo. Ci saranno anche le voci dei carnefici, come accennavo: quando la famiglia Wins tenta di sistemarsi a Lione, nel sud della Francia, ecco che arriva in città; uno dei peggiori aguzzini allevati dalla ideologia hitleriana, Klaus Barbie, appena ventinovenne, sadico assassino intenzionato ad uccidere tutti gli ebrei ancora annidati nei territori occupati, paragonati ad un cancro da estirpare; Charlotte e la sua famiglia riescono a scampare dalla cattura per un raro colpo di fortuna.
Le testimonianze, il coro di voci narranti, molti scomparsi, alcuni sopravvissuti, ci spiegano con esempi e documenti cartacei, lettere, fotografie, come quella terribile guerra sia stata davvero mondiale: francesi, spagnoli, inglesi, russi, georgiani, ucraini, polacchi, belgi, uruguayani, argentini, palestinesi, libanesi, italiani, persiani, tutti sono stati coinvolti in combattimenti feroci, in stermini di massa, in assedi cruenti, in battaglie all’ultimo sangue. Vittime e carnefici nella più grande strage di popoli della storia, alternano le loro voci in questa puntuale ricostruzione: voci infantili, come quella di Charlotte e delle sue poche amiche perdute, voci come quella dei soldati disperati sul punto di capitolare, quella di Miss Susan, unica donna sul campo di battaglia, quella dei comandanti, costretti a fare scelte drammatiche sulla pelle dei loro soldati, quella dei deportati avviati ai treni senza ritorno, quella di Michelle, una cantante francese che attende il suo compagno membro della Resistenza, quella dei legionari francesi, costretti ad essere coraggiosi malgrado tutto, quella degli ebrei braccati in tutta Europa.
“La guerra ci rendeva sempre più insensibili
dirà; uno dei militari coinvolti nelle atrocità; commesse un po’ da tutti, mentre si cerca affannosamente il cibo sempre più raro, non ci sono abiti con cui coprirsi, i rifugi sempre più scarsi e pericolosi, il nemico implacabile anche se ormai in procinto di subire la sconfitta definitiva.
“La bambina che guardava i treni partire È un romanzo interessante soprattutto perchÉ mette a fuoco un punto di vista altro, lontano, diverso: come se uno storico sudamericano potesse guardare alla tragedia della Seconda guerra mondiale e alla Shoah con occhi più lucidi, più oggettivi. E Ruperto Long ha certamente centrato il bersaglio, regalandoci un libro importante, una voce potente, contro ogni tentativo di negazionismo.
La bambina che guardava i treni partire
di Ruperto Long
€ 8,50
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Descrizione
Francia, 1940. La seconda guerra mondiale È ormai alle porte e i Wins, ebrei di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, È partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma È stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, cosà si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non È più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre si rende conto che nemmeno Lione È il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini perchÉ li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perchÉ durante un incidente i Wins si trovano molto vicini alla linea nazista. Una fuga senza sosta, di città; in città;, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà; ferrea di un padre di salvare a tutti i costi la propria famiglia.
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Recensioni
Totale delle Recensioni
Super
Non solo lo promuovo a pieni voti, ma lo consiglio a tutti! Adulti e giovani, perchÉ ormai rimangono sempre meno fonti viventi di quel momento di delirio storico, e quindi dobbiamo mantenere vivo il ricordo anche grazie a queste opere letterarie.
La Storia di Charlotte e della sua famiglia È una storia che ci riporta ai legami semplici, alle cose che possiamo davvero definire importanti nella vita, in un momento in cui abbiamo tutto, sicuramente troppo rispetto a loro, passiamo il tempo a correre e a cercare vane soddisfazioni, mentre loro lottavano unicamente per rimanere insieme e godevano dei minimi contatti che potevano permettersi di avere.
Credo che senza dubbio quello che È successo in quegli anni sia una, se non la parte più vergognosa della storia alla quale il vecchio continente abbia assistito, e in questo romanzo avrete possibilità; di leggere tutte le fazioni coinvolte: quella dell’ebreo, del gendarme nazista, del parroco cattolico, del deportato al campo di concentramento, del confinato in un ghetto, del soldato che lotta al fronte,dei vari politici e anche quella dei comuni cittadini; riesce a fornirci un quadro complesso e completo del periodo.
Questa volta lo consiglio a tutti, senza esclusioni, perchÉ oggi siamo noi che possiamo scegliere, perchÉ non si ricommettano errori simili, perchÉ non dobbiamo dimenticare!
lo ricomprerei subito
Bellissimo libro:seconda guerra mondiale, famiglia di ebrei che cerca di fuggire al “ delirio nazista.
Madre, padre, Raymond e Charlotte .
Per non soccombere, si nascondono ovunque , con le possibilità; che hanno.
Emergono grandi tematiche: amore, amicizia, tradimenti ( sia da parte di estranei, sia da parte di amici ), affetto, voglia di libertà; e paura. Una paura che noi lettori captiamo sin dalle prime righe; L autore È stato molto bravo in questo .
Un vortice emozionale che accompagna tutta la lettura ; paura che vengano scoperto e deportati, paura che possa succedere loro qualcosa in qualsiasi momento.
Da un lato, non si vede L ora di terminare , dall altro,si vorrebbe rimanere in compagnia dei personaggi per supportarli, contenerli e condividere le loro pene giornaliere .
Costretti a viaggiare per una Francia dominata dai tedeschi, trovano rifugi malsani e provvisori e davanti sempre L ignoto .
Leon, il padre di Charlotte, la protagonista , cerca con ogni mezzo, di tenere unita la famiglia.
Charlotte, splendida figura di bambina, anche se piccola, sa cos È la deportazione, perchÉ, appena puà, va a vedere partire i treni pieni di persone disperate .. quelle “mani e quelle gambe che spuntano dai vagoni “,sono le ultime immagini che lasceranno prima di partire per i campi di sterminio.
Un bel libro, tanti personaggi, tanti temi della seconda guerra mondiale: dalla guerra in Africa, alla deportazione, alla vita nel ghetto, a klaus Barbie il famigerato BOIA di Lione , al . ritorno a casa .
L originalità; del libro : ogni personaggio “ parla “.. un po’ con la descrizione della propria vita, dei propri sogni, doveri, missioni, debolezze e tanti ricordano la “ meravigliosa bambina con il fiocchetto in testa “
La bambina che guardava i treni partire [RECENSIONE]
Un libro che tocca il cuore.
Storia di quel razzismo, atroce e crudele, che costringeva la gente ad aver paura persino di respirare.
“Era il 18 novembre 1940. Il tempo del disprezzo era cominciato.
Una storia vera.
Un romanzo storico, articolato dall’autore, Ruperto Long, in varie “interviste in cui viene raccontato il modo in cui la gente che ha “vissuto la Seconda Guerra Mondiale, lottando, chi con le armi e chi col cuore; non manca il racconto di una delle più spietate SS, Klaus Barbie, di cui tutti avevano più timore.
“Ammiravo il nostro Fuhrer Adolf Hitler. Come erano limpide le sue idee. Gli ebrei devono essere sterminati. Bisogna estirpare gli ebrei
In risalto vi È il pov di Charlotte, una piccola bambina che È costretta a girovagare in cerca di un riparo dai nazisti, preferendo, alcune volte, persino la compagnia dei topi piuttosto che essere scoperta durante le retate delle SS.
In quel clima di terrore, di continui spostamenti, in un mondo in cui ci si sente estranei, Leàn dà; tutto se stesso per la sua famiglia, generando sorrisi, che erano diventati ormai rari e preziosi.
“Quel trasferimento ci fece tirare un sospiro di sollievo. Lo dicemmo a Leàn. Non dimenticherà mai il suo sguardo di orgoglio. Si permise soltanto di abbozzare un sorriso. Non aveva deluso la sua famiglia. Per lui era tutto.
Gente solidale, uomini approfittatori.
Un finale in cui l’indifferenza regna sovrana fra la gente.
Una famiglia unita sembra essere l’unica cosa che conta.
La bambina che guardava i treni partire, un romanzo, una storia vera
ROMA – Arriva in Italia, edito da Newton Compton Editori , La bambina che guardava i treni partire. Un romanzo che cela una storia vera quella della minaccia dell’Olocausto vista con gli occhi di una bambina di otto anni. Vincitore del Libro de Oro 2016, in corso di traduzione in 10 paesi, La bambina che guardava i treni partire È l’opera di Ruperto Long, scrittore, uomo politico e ingegnere uruguayano. La bambina del titolo, oggi poco più che ottantenne, vive in Uruguay e si chiama Charlotte de Grünberg. L’autore presenterà; il libro a Roma l’11 ottobre presso l’istituto Cervantes (sala Dalà, Piazza Navona) in un incontro organizzato dall’Ambasciata di Uruguay, in collaborazione con Ambasciata di Israele, Instituto Cervantes Roma e Newton Compton Editori. Dialogherà; con l’autore la storica e scrittrice Anna Foa.
“La bambina che guardava i treni partire oltrepassa i limiti del romanzo storico. Come in un collage, ricostruisce la guerra di Hitler e la tragedia di coloro che perseguità, e i fatti narrati suscitano inevitabilmente fame e desiderio di giustizia.
La bambina che guardava i treni partire
Collana 3.0 Traduzione: Amaranta Sbardella Pagine: 416 Prezzo: 10,00 e-book: 2,99
Francia, 1940. La seconda guerra mondiale È ormai alle porte e i Wins, ebrei di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, È partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma È stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino. Si procura cosà dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non È più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy.
Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre si rende conto che nemmeno Lione È il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini perchÉ li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perchÉ durante un incidente i Wins si trovano molto vicini alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città; in città;, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà; ferrea di un padre di salvare a tutti i costi la propria famiglia.
La bambina che guardava i treni partire, l’autore
Ruperto LongÈ un ingegnere, scrittore e politico. Nel 2013 È stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese. Nel 2015 ha ricevuto la Medaglia d’Onore Juan Zorrilla de San Martín per i suoi lavori su LautrÉamont e Ferrer. È stato senatore uruguaiano e attualmente È ministro della Corte dei Conti uruguaiana. Ha ricevuto numerosi premi per il suo sostegno in favore dei disabili e anche per la creazione di un museo della scienza. È autore di opere di saggistica, mentre La bambina che guardava i treni partire segna il suo esordio nella narrativa.
Recensione: La bambina che guardava i treni partire
Buon pomeriggio, Trattine. Oggi vi parlo di un romanzo che mi ha commossa, “La bambina che guardava i treni partire.
Titolo: La bambina che guardava i treni partire
Autore: Ruperto Long
Genere: Storico
Prezzo e-book:
€0,99
Trama
Francia, 1940. La guerra È ormai alle porte e i Wins, famiglia ebrea di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, È partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma È stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, cosà si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non È più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre realizza che nemmeno Lione È il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini affinchÉ li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perchÉ durante un incidente la famiglia Wins si troverà; molto vicina alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città; in città;, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà; ferrea di un padre di salvare a tutti costi i propri cari. Ai vertici delle classifiche di vendita, vincitore del premio Libro de Oro, La bambina che guardava i treni partire ha commosso il mondo.
Recensione
“ Quando i tedeschi occuparono il Belgio, cominciarono a comparire le leggi razziali… Cosà le chiamavano! All’inizio non ci importava, cercavamo soltanto di continuare a vivere come un tempo. Gli amici sono gli amici, questo era il nostro motto. Non avremmo accettato che i crucchi ci schiacciassero con i loro stivali, come volevano. Perà non avevamo ancora capito che cosa stava succedendo. Non si trattava più soltanto di crucchi, bensà di nazisti… ed era tutta un’altra storia .
Voi Trattine non potete vedermi, ma sono in un angolo con la testa tra le ginocchia.
Ho letto un romanzo splendido, del tipo che mi farà; sembrare insignificanti i libri a seguire, lo so. PerchÉ “La bambina che guardava i treni partire È molto, molto più di semplice narrativa: È la vita vera, È il lato oscuro della storia contemporanea, quello che ci auguriamo di non ripetere, quello di cui ci vergogniamo ancora oggi. Sono le vicende di una famiglia, con nomi, cognomi e volti, le vicende di soldati valorosi, di persone che hanno combattuto, amato e perso.
I Wins, papà; LÉon, mamma Blima, Raymond e Charlotte sono ebrei di origine polacca. LÉon È un commerciante di Liegi (la città; belga che li ha adottati) e il capofamiglia: a lui spettano le decisioni.
“ Quel mercoledà tornà presto. Gli era capitato qualcosa. Quando entrà, Raymond e io stavamo facendo i compiti.
«Che hai, LÉon?», gli chiese mia madre.
Lui la fissà negli occhi, pensieroso; poi abbassà lo sguardo e rispose: «Oggi ho visto il volto di Satana».
Disse solo questo. E non fu più lo stesso.
Quando scoppia la seconda guerra mondiale, i Wins rischiano la deportazione per mano nazista e LÉon si procura dei documenti falsi per fuggire insieme a moglie e figli a Parigi.
“ Furono decisioni che cambiarono il corso delle nostre vite. Non avremmo mai dovuto prenderle .
L’impatto con la Ville Lumiere, la città; che Charlotte da sempre sognava di visitare, È brusco e la bambina si rende immediatamente conto che non esiste un posto in tutta la Francia che possa ospitarli, o nasconderli, e che deve crescere, cosà come sta facendo Raymond. L’unico svago che le È concesso È guardare i treni partire, anche se lei, e solo lei, in cuor suo sa che quei vagoni trasportano persone destinate ai campi di sterminio.
“ Soltanto il nostro amore per la libertà; rimandà di qualche giorno l’inevitabile fine.
Le vicissitudini dei Wins si intersecheranno con quelle di Domingo Lopez Delgado, un soldato uruguaiano, Giusto Pacella, un cameriere italiano in un caffÈ a Lione, e Michelle Lafourcade, una cantante parigina che diventerà; amica di Charlotte.
È chiaro che sarebbe del tutto inutile focalizzare la mia review sulla trama, lo stile narrativo o i personaggi. Semplicemente perchÉ l’intreccio non È frutto della fantasia dell’autore e i protagonisti non sono fittizi, ma persone in carne ed ossa.
In questa sede voglio lodare il grande lavoro che Ruperto Long (un saggista che per la prima volta si È cimentato con un’opera di narrativa, ndr.) ha svolto ricostruendo i fatti tramite archivi, interviste e corrispondenza, e riuscendo a intrattenere, malgrado i temi trattati, riuscendo perfettamente a creare una connessione profonda tra il lettore e i “personaggi.
Sono entrata in empatia con Charlotte e LÉon, con Michelle, con Swit, una ragazza polacca, ho pianto con loro, ho sofferto con loro, ho sperato con loro.
“ La bambina che guardava i treni partire a parer mio È un romanzo che i ragazzi dovrebbero leggere nelle scuole, a sostegno delle nozioni che imparano sui libri di storia .
Se potessi, darei più di cinque stelle.
Alessia Garbo
By: Alessia Garbo
Mi chiamo Alessia e sono nata a Palermo, città; che amo profondamente. Niente mi rende più felice che incrociare un cane per strada, non disdegno la buona cucina, mi piace andare al cinema o restare a casa a guardare una serie tv e commentare con le amiche, dopo. Mi sembra di scrivere dalla prima volta in cui ho preso nella mano sinistra una matita, ma solo qualche anno fa mi sono decisa a riempire d’inchiostro il mio manoscritto. I libri sono la mia passione più grande e sono felicissima di poterne parlare su Tratto Rosa.
La bambina che guardava i treni partire
Ruperto Long
Dettaglio Prodotto
- EAN: 9788822707826
Punti Premium: 9
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Ruperto Long
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Vincitore del premio Libro de Oro, La bambina che guardava i treni partire ha commosso il mondo. Un romanzo scioccante. La minaccia dell’Olocausto vista con gli occhi ingenui e puri di una bambina di otto anni.
Francia, 1940. La seconda guerra mondiale È ormai alle porte e i Wins, ebrei di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, È partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma È stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, cosà si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non È più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre si rende conto che nemmeno Lione È il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini perchÉ li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perchÉ durante un incidente i Wins si trovano molto vicini alla linea nazista. Una fuga senza sosta, di città; in città;, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà; ferrea di un padre di salvare a tutti i costi la propria famiglia.
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Il libro È strutturato in sei parti più epilogo. La storia principale riguarda Charlotte e la sua famiglia ebrea costretta a fuggire dall’oppressione nazista. Nel libro troviamo molte testimonianze riprese dall’autore di persone che hanno incrociato la famiglia di Charlotte in quegli anni e di alcuni combattenti della Legione straniera che dalla guerra in Africa, arrivarono a combattere per liberare la Francia dai tedeschi, salvando proprio Charlotte. Un racconto commovente che narrato da persone che hanno vissuto in prima linea la storia più brutta dell’umanità;, rendono il tutto ancora più vero e sconcertante. Si puà solo rimanere basiti, esterrefatti e provare una vergogna totale per quello che È successo. Ebrei portati allo sterminio per un’idea assurda e provare ancora più ribrezzo leggendo come persone, o meglio criminali, approfittassero di quella povera gente per guadagnarci, lasciandoli poi allo sbaraglio. Ancora più triste, È rendersi conto che anche le brave persone, non hanno potuto aiutare. Tutti noi ci chiediamo come potessero rimanere indifferenti, ma, leggendo alcune testimonianze, mi sono resa conto che, anche volendo, era veramente difficile aiutare gli Ebrei. Per quanto io non ami il genere storico di per sÉ, non ho potuto che apprezzare questo libro, questa raccolta di testimonianze che raccontano ben oltre la trama descritta. Bellissima idea anche le fotografie che ritroviamo nelle pagine, segno indelebile e inconfutabile di cosa avveniva in quegli anni. Tanto si sa e tanto non sapremo mai, perchÉ tutte le testimonianze, letture o film non potranno mai farci capire a fondo il disagio,l’umiliazione, la paura di quelle persone. Consiglio la lettura di questo libro come tutti gli altri di questo genere, perchÉ devono esser letti e per non dimenticare mai.
ci ho messo un po a finirlo in quanto il libro È corposo e richiede molta applicazione. Diviso in tanti capitoletti con testimonianze sempre diverse, anche della protagonista. Il risultato È ottimo ma richiede un certo impegno in quanto le vicende della bambina e della sua famiglia vengono interrotte dalle testimonianze di soldati della legione straniera e uruguaiani impegnati nel deserto contro Rommel. Questa sezione puà diventare indigesta in quanto differisce dal resto del libro ma alla fine risulta interessante. Poi la narrazione riprende. Un difetto potrebbe essere quello di avere ricreato troppe testimonianze che poi sono romanzate con troppi personaggi. Alla fine mi È piaciuto perchÉ il contenuto È ottimo. La parte che ho apprezzato di più È quella della fuga in treno e delll’incendio al’interno dei convogli
Il libro La bambina che guardava i treni partire
Il romanzo che ha commosso il mondo
Un romanzo unico tratto da una storia vera
Francia, 1940. La guerra È ormai alle porte e i Wins, famiglia ebrea di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, È partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma È stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, cosà si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non È più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre realizza che nemmeno Lione È il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini affinchÉ li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perchÉ durante un incidente la famiglia Wins si troverà; molto vicina alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città; in città;, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà; ferrea di un padre di salvare a tutti costi i propri cari. Ai vertici delle classifiche di vendita, vincitore del premio Libro de Oro, La bambina che guardava i treni partire ha commosso il mondo.
Un romanzo scioccante
Vincitore del premio Libro de Oro
La minaccia dell’Olocausto vista con gli occhi ingenui e puri di una bambina di otto anni
«La bambina che guardava i treni partire oltrepassa i limiti del romanzo storico. Come in un collage, ricostruisce la guerra di Hitler e la tragedia di coloro che perseguità, e i fatti narrati suscitano inevitabilmente fame e desiderio di giustizia.»
El País
«Con una ricostruzione storica ingegnosa e romanzata in modo raffinato, Long racconta la vita di quattro persone, che si incontrano sul terreno più ostile.»
Busqueda
«La bambina che guardava i treni partire È un romanzo che si basa su fatti reali e che commuove per la sua sensibilità; e per il fatto che porta alla luce la storia di una bambina che sopravvisse all’Olocausto.»
El Observador
Recensione ”La bambina che guardava i treni partire” (Libro di Ruperto Long)
Valutazione attuale: 5 / 5
DATI ESSENZIALI :
- Titolo : “La bambina che guardava i treni partire.
- Titolo originale : La niňa que miraba los trener partir .
- Autore : Ruperto Long;
- Nazionalità; Autore : Uruguayana;
- Data di Pubblicazione : 2016;
- Editore : Newton Compton Editori;
- Genere : Romanzo storico;
- Pagine : 405 p., ebook;
- Voto del Pubblico (IBS): 4 su 5.
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Recensione del Libro “La bambina che guardava i treni partire di Ruperto Long del 2016, genere Romanzo storico. Evidenzieremo il riassunto del libro “La bambina che guardava i treni partire, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La bambina che guardava i treni partire con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.
ANALISI DEL LIBRO :
BIOGRAFIA DELL’AUTORE DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
Ruperto Long nasce nel 1952 a Rosario, in Uruguay. È un personaggio piuttosto versatile, in quanto i suoi interessi spaziano dalla politica all’ingegneria per passare, quindi, alla scrittura.
Egli, infatti, esercita la sua professione in tutti e tre gli ambiti.
Si forma presso l’Università; dell’Uruguay per poi proseguire gli studi ad Harvard, laureandosi in “Technology management.
In campo politico, riveste il ruolo di senatore dal 2005 al 2010, mentre nel 2013 viene nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese.
I riconoscimenti proseguono nel 2015, quando Long ottiene la Medaglia d’Onore Juan Zorrila de San Martin. Oggi lo scrittore È ministro della corte dei conti in Uruguay, ma lodevole È anche il suo operato a favore dei disabili e della creazione di un museo della scienza.
In campo narrativo, ha pubblicato prevalentemente saggi, come Che Bandoneón del 2002; Hablando claro del 2009 e No dejarÉ memorias. El enigma del Conde de LautrÉamont del 2012. “La bambina che guardava i treni partire, invece, pubblicato nel 2016, costituisce il suo romanzo d’esordio.
Long È attivo anche sul web. Qui È indicato il link al suo profilo twitter: https://twitter.com/rupertolong; questo invece È il suo canale youtube: https://www.youtube.com/user/RupertoLongGarat.
RIASSUNTO DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
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La narrazione procede in parallelo: da una parte il coro di voci che racconta della deportazione; dall’altra le testimonianze dei soldati che si sono arruolati nell’esercito della Resistenza francese.
Una precisazione importante che l’autore sottolinea nell’introduzione È che la storia È realmente accaduta; egli ha assemblato testimonianze di gente che ha patito gli orrori del secondo conflitto mondiali, ebrei e non.
La bambina che guarda i treni partire È Charlotte, dolce e ingenua, di appena dieci anni. Ebrea, vive con suo fratello Raymond e i suoi genitori in Belgio e racconta di come in pochi (ma lunghi!) anni la sua vita sia stata completamente sconvolta a causa dell’avvento del nazismo.
Hitler e i suoi folli seguaci, infatti, hanno inizialmente instillato idee razziste nella popolazione, che si sono pian piano radicate sino a diventare estremiste.
Charlotte, quindi, È costretta ad assistere ad episodi terribilmente spiacevoli: dall’esclusione degli ebrei da semplici attività; quotidiane (nel caso dei bambini si trattava anche di giostrine o giochi vari) ad attività; lavorative, sino all’esclusione totale e alla deportazione nei “campi di lavoro a est da cui nessuno torna vivo.
Tuttavia, suo padre LÈon È un uomo in gamba, estremamente coraggioso, che decide di abbandonare la loro amata Liegi per trasferirsi a Parigi, città; sempre sognata da Charlotte, ma che si rivelerà; essere una delusione totale – cosà come il loro nascondiglio – in quanto occupata dai tedeschi.
Il loro aspetto fisico li aiuterà; sempre, in quanto biondi e alti, tanto da essere scambiati spesso per ariani, nonostante i documenti falsi.
Saranno molto fortunati anche durante la fuga a Saint-Pierre-de-Chartreuse, da cui quasi tutti i loro amici e conoscenti saranno deportati.
In parallelo, vengono riportate le testimonianze di soldati volontari, tra cui anche parenti di Charlotte, che combattono con valore nell’esercito della Resistenza, ottenendo importanti vittorie.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
I personaggi descritti in questo romanzo sono numerosi, percià ho selezionato i più significativi.
– Charlotte : protagonista indiscussa. Descritta come una bambina biondina, molto dolce e sensibile, leggermente strabica da un occhio, infatti È costretta a portare una benda che perà durante la guerra toglierà;, per evitare che venga risconosciuta. Infatti, al termine della guerra la sua vista risulterà; compromessa. Coraggiosa, vive nella costante speranza di tornare a Liegi.
– Raymond : fratello maggiore di Charlotte, durante la guerra diventa un adolescente. Si innamora, ma soprattutto aiuta i soldati della Resistenza, dando loro preziose informazioni. Raymond È protettivo nei confronti di sua sorella e confida nella vittoria della Francia libera.
– LÈon : padre di Charlotte e Raymond, uomo esemplare. LÈon, infatti, cerca di mostrare ai figli il suo lato caratteriale più forte, anche quando si accorge che gli appartamenti in cui si rifugiano sono ben diversi da quanto concordati o quando viene catturato per poi, fortunatamente, essere liberato dopo qualche giorno. Inoltre, È un padre e un marito esemplare, insomma, un vero “pater familias, disposto a tutto pur di rendere felici i suoi figli.
– Alter : zio di Charlotte, torna in Polonia in quanto preoccupato per la sua famiglia, ma quel che vi trova È un completo disastro, in quanto il territorio È stato interamente occupato dai tedeschi. Vive una breve, ma intensa storia d’amore prima di essere catturato.
LUOGHI D’AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
Il romanzo È ambientato in varie città; che coincidono da una parte con i luoghi in cui i protagonisti si nascondono; dall’altra con i campi di battaglia, in cui i sostenitori della Resistenza francese combattono contro l’esercito tedesco.
Dunque, le città; in cui si svolgono le vicende sono Liegi, città; francofona del Belgio; Parigi; Gori, in Georgia, invasa dai russi; Montevideo, in Uruguay, in cui vengono reclutati i soldati per combattere in Europa; Końskie, in Polonia; città; del Nordafrica e il deserto del Sahara; Lione; El Alamein (Egitto); zone del Massiccio del Giura, in Francia; Grenoble; Saint-Pierre-de-Chartreuse (regione del Rodano-Alpi).
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
Il romanzo È ambientato in un momento storico ben preciso: la seconda guerra mondiale, conflitto che si protrasse dal 1939 al 1945.
Dal momento che la narrazione procede cronologicamente, le testimonianze sono incentrate proprio sull’occupazione nazista della Polonia, evento risalente per l’appunto al 1939 e sull’avvento dell’antisemitismo, di cui vengono descritti gli orrori relativi alle leggi razziali e all’esclusione degli ebrei dalle attività; quotidiane e professionali.
Prosegue, poi, con la trattazione della deportazione degli ebrei nei campi di concetramento e della fuga dei più fortunati.
Infine, Long riporta le testimonianze della liberazione da parte degli alleati degli ebrei e della fine della guerra.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
Lo stile della narrazione È piuttosto semplice, in quanto l’autore riesce ad adattare perfettamente ad ogni singolo personaggio un linguaggio ad esso consono, sia che si tratti di bambini sia che si tratti di soldati o gente umile.
Non mancano descrizioni, soprattutto relative agli stati d’animo dei protagonisti, costretti a patire il peggio.
NARRATORE DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
La particolarità; di questo romanzo È insita in particolar modo nella tipologia narrativa. Infatti, non È quella tradizionale, bensà si tratta di un romanzo corale, dunque a più voci. Cià significa che ogni episodio viene raccontato da prospettive differenti.
Ovviamente a narrare non sono solo gli ebrei, ma anche i soldati nazisti, i quali descrivono le deportazioni dal proprio punto di vista.
TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
I temi affrontati in questo romanzo sono molto delicati, perennemente attuali.
Innanzitutto, la guerra. Essa non viene qui descritta nei suoi aspetti più cruenti; sicuramente vengono citate battaglie, momenti di tensione, ma l’autore non inserisce descrizioni di corpi martoriati o dilaniati. Piuttosto, È l’aspetto psicologico che assume un ruolo fondamentale.
Cià che i personaggi provano durante la guerra, le loro paure, l’ansia palpabile quando odono il tintinnio delle cinghie indossate dai soldati tedeschi, il terrore di essere catturati o il terrore che venga deportato un proprio parente, l’assenza di notizie.
Altro tema strettamente connesso alla guerra È l’antisemitismo. Gli ebrei vengono derisi, isolati, evitati. Sono il male, la contaminazione della razza ariana e per questo devono essere sterminati.
A fungere da contraltare, tuttavia, È l’altruismo. Infatti, non tutti i polacchi sono razzisti, tanto meno i francesi. Soprattutto, non tutti sono terrorizzati all’idea di aiutare e ospitare gli ebrei, in quanto li considerano parte della propria comunità;. LÈon e la sua famiglia saranno sempre grati agli armeni, agli spagnoli, a coloro che li hanno aiutati a nascondersi, senza spifferare nulla ai soldati, dimostrazione del fatto che in tempi di guerra probabilmente ci si mostra più solidali che in tempi di pace.
COMMENTO DEL LIBRO ” LA BAMBINA CHE GUARDAVA I TRENI PARTIRE ”:
Lungi da retorica e moralismi, queste testimonianze fanno bene all’anima. Una sola vicenda raccontata da più punti di vista offre una prospettiva più aperta, illuminante direi.
Ho adorato questo romanzo corale, in primis perà ho amato Charlotte, che patisce gli orrori della guerra e la sua condizione di rifugiata con occhi mai ingenui, di una bambina che È cresciuta troppo in fretta per forza di cose. Ma soprattutto, sono gli occhi di chi non perde mai la speranza e l’emblema di cià È il suo sguardo che scruta i treni partire verso terre ignote.
Tutti gli altri personaggi, poi, altro non sono che piccoli tasselli di un destino universale, condiviso: dal coraggiosissimo LÈon a Raymond, giovane eroe, sino ai soldati uruguayani e ai sostenitori della Resistenza.
La narrazione, poi, È incalzante, lascia il lettore col fiato sospeso fino alla fine e commuove, perchÈ in fondo il terrore che possa accadere ancora È latente.
Ecco perchÈ bisognerebbe leggere romanzi di questo tipo, per imparare dalle atrocità; commesse nel passato, per evitare che accada di nuovo, per prevenire l’avvento dei nazionalismi e dell’antisemitismo.
Non posso fare altro che consigliarlo caldamente a tutti, dagli adolescenti agli adulti. Anzi, direi soprattutto agli adolescenti.
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