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Il racconto dell'Ancella

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Dettagli del libro Il racconto dell’Ancella

  • Il titolo del libro: Il racconto dell’Ancella
  • Pagina: 451
  • La data di pubblicazione del libro: 2019-09-20 16:45:58
  • File disponibili: Il racconto dell’Ancella.pdf, Il racconto dell’Ancella.epub, Il racconto dell’Ancella.mobi
  • La lingua del libro: italiano
  • Condizioni per il download di questo libro: gratis
  • Come scaricare: link per scaricare il libro in fondo alla pagina

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🏮 IL RACCONTO DELL’ANCELLA – RADIO 3

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🏮TUTTI I RADIODRAMMI🏮➤ https://www.youtube.com/playlist?list.
Protagonista della serata in diretta dalla Sala A, in occasione dell’8 marzo, il romanzo distopico della scrittrice canadese Margaret Atwood Il racconto dell’ancellacon Viola Graziosi, musiche Riccardo Amorese
8 marzo 2018
IL TEATRO DI RADIO3

IL RACCONTO DELL’ANCELLA
Di Margaret Atwood
Traduzione di Camillo Pennati
Adattamento radiofonico di Loredana Lipperini
Lettura scenica di Viola Graziosi
Sonorizzazioni di Riccardo Amorese
A cura di Laura Palmieri

È ormai una consuetudine di Radio3 dedicare alla Giornata della donna una narrazione teatrale. Protagonista della serata in diretta dalla Sala A, in occasione dell’8 marzo, il romanzo distopico della scrittrice canadese Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella, scritto nel 1985 e recentemente ritornato alle cronache dopo il grande successo della serie televisiva “The handmaid’s tale, che ha ispirato i cortei di protesta di molte donne americane durante la campagna presidenziale di Donald Trump.
Una narrazione, quella di Atwood, che immagina un mondo futuro, la Repubblica di Galaad, devastato da guerre, inquinamento e sterilità;, dove le donne sono strettamente sorvegliate e rigidamente divise in categorie distinguibili dal colore dei loro vestiti: verde intenso le Mogli dei Comandanti; verde smorto le Marte, donne sterili e attempate che svolgono i servizi domestici; marrone spento le Zie, guardiane e sorveglianti; rosso le Ancelle, le sole in grado di procreare, sottomesse alla Repubblica per essere fecondate dai Comandanti, le cui mogli cresceranno i loro figli. Nessuna puà disobbedire o disattendere al proprio ruolo, pena la morte o la deportazione nelle Colonie. Un “nuovo mondo che, ancora una volta, attraverso le donne e l’uso del loro corpo, cerca la sua definizione e legittimazione. “Esiste più di un genere di libertà;, diceva Zia Lydia. La libertà; di e la libertà; da. Nei tempi dell’anarchia c’era la libertà; di. Adesso vi viene data la libertà; da. Non sottovalutatelo.
Attraverso il racconto onirico e quasi ipnotico della protagonista (Offred/Difred), anche noi scopriremo di esserci abituati a qualcosa che all’inizio ci È estraneo, ma che progressivamente diventa sempre più normale? Quanto questa narrazione fantascientifica ci parla dell’oggi?

Ospiti della serata Giuliana Misserville, socia fondatrice della Società; Italiana delle Letterate, ed esperta di scritture femminili e di letteratura fantastica e fantascientifica; la scrittrice Veronica Raimo, una delle curatrici dell’edizione italiana (appena uscita per Neroedition) de “Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo: un’antologia, di Ann & Jeff VanderMeer. Insieme a loro Francesca Zecca della Cooperativa sociale Contro tratta, violenza e discriminazioni Be Free e Antonella Petricone dell’Associazione Socio culturale Le funambole.

Il racconto dell’ancella

di Margaret Atwood


€ 14,28

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Descrizione

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le ancelle, sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioÈ di Fred, il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Gilead, e che puà allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perchÉ alle donne non È più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di prima.

Dopo aver letto il libro Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood ti invitiamo a lasciarci una Recensione qui sotto: sarà; utile agli utenti che non abbiano ancora letto questo libro e che vogliano avere delle opinioni altrui. L’opinione su di un libro È molto soggettiva e per questo leggere eventuali recensioni negative non ci dovrà; frenare dall’acquisto, anzi dovrà; spingerci ad acquistare il libro in fretta per poter dire la nostra ed eventualmente smentire quanto commentato da altri, contribuendo ad arricchire più possibile i commenti e dare sempre più spunti di confronto al pubblico online.

Recensioni

Totale delle Recensioni

Consigliato

Ammetto che non conoscevo la Atwood e che È stata la serie televisiva a convincermi a leggere questo romanzo, ma È stata una piacevole scoperta! Ambientato in un futuro distopico in cui un regime totalitario sottomette completamente la figura femminile e obbliga le poche donne fertili rimaste a diventare le ancelle di ricchi comandanti al fine di garantire loro una discendenza, l’orrore viene narrato da June: in passato giornalista, ora ancella che ci confida tutti i suoi più intimi segreti e paure. La Atwood delinea in maniera estremamente lucida tutto lo squallore del patriarcato sessista e ci consegna un importante monito: mai abbassare la guardia quando si tratta di diritti, spesso vengono strappati via e quando ci accorgiamo di averli persi, È troppo tardi.

Perplessa

Il racconto dell’ancella non mi ha convinto. Le premesse suggeriscono un grande potenziale, che perà non viene esplorato a fondo nÉ con precisione dall’autrice. Forse È un’opinione impopolare, ma la scrittura risulta lenta, la narrazione procede con lentezza, perchÉ Margaret Atwood decide di darci poche coordinate su questa distonia (soprattutto per quanto riguarda le cause e i tempi della formazione di un governo simile). Spero in meglio per la serie tv.

un orrore dilettevole

Per quando perverso e inquietante sia il mondo creato dalla Atwood, È impossibile staccarsi da esso.
Curato in ogni singolo dettaglio, l’irrealtà; finisce con il diventare realtà;. Libro estremamente crudo che fa riflettere su quella potrà; essere la società; futura: le donne, private di ogni diritto, diventeranno semplici strumenti per la conservazione della specie. Romanzo senza tempo perchÉ ogni momento È buono per leggerlo, soprattutto ora: dopo secoli e secoli di lotte, manifestazioni e diffusione della cultura molte donne sono ancora sottomesse in ogni loro aspetto all’uomo.

Manca qualcosa

La visione futuristica e quasi predittiva della scrittrice, Margaret Atwood, È la chiave del successo mondiale di questo libro. Esso racconta di un mondo distopico, dilaniato dall’inquinamento e dalla assenza di natalità;, in cui un gruppo di uomini rovescia il sistema per imporsi con la propria strategia contro questa evoluzione della società; senza più principi morali (secondo il loro pensiero). Tale strategia prevede la totale sottomissione delle donne, nel peggiore dei casi utilizzate come oggetti per sfornare figli (se ancora fertili). In base al periodo che stiamo vivendo, in cui sempre più attenzione È posta alla dignità; e ai diritti della donna, questo romanzo, nonostante sia stato pubblicato trent’anni fa, risulta più utile che mai. Io sono rimasta incollata alle pagine per il dipanarsi degli eventi narrati: mi È piaciuta la scelta di raccontare la storia ricorrendo a numerosi flashback e mi È piaciuta la costruzione della società; descritta, ma il finale e lo stile utilizzati (descrizioni banali, metafore inefficaci..) non mi hanno soddisfatta. Buono il lavoro che invece stanno facendo con la serie tv che si È ispirata a questo romanzo.

Purtroppo non all’altezza delle aspettative

Lo stile di scrittura non È tra quelli che più odio, ma cià non vuol dire che l’abbia apprezzato: da un punto di vista puramente personale, l’uso di frasi estremamente brevi mi dà; l’impressione di essere artefatto nel tentare di rendere il tutto più drammatico; un po’ meno soggettivo È l’utilizzo di alcune frasi che, nuovamente, sembrano tentare di dare un tono drammatico e riflessivo, ma all’analisi risultano pressochÉ prive di significato (la prima che mi sono segnato: Giaccio a letto, ancora tremante. Se si inumidisce l’orlo di un bicchiere e lo si sfiora con un dito, emetterà; un suono. Io sento di essere questo suono di vetro. Come la parola frantumare. Vorrei stare insieme a qualcuno.). Continuando sul giudizio soggettivo, lo sfumare del passato dentro al presente e il cambio di ambientazione temporale anche a metà; di una frase mi ha lasciato un po’ perplesso; avrei preferito una separazione più netta delle tre dimensioni temporali (vita passata, centro rosso e vita da ancella), che rendesse la narrazione e soprattutto le descrizioni (cosa di cui parlerà a breve) meno frammentarie. L’ambientazione È, a mio avviso, uno dei tasti più dolenti: come fotografia istantanea devo dire che È parecchio suggestiva e si piazza bene nel genere distopico; se perà ci si sofferma a ragionare sull’evoluzione politica del governo descritto, il metaforico castello di carte che rappresenta la società; dipinta nel romanzo mostra dei segni di cedimento, se non addirittura di crollo. Mi spiego meglio: seguendo la fabula piuttosto che l’intreccio, l’inizio della trama sembra troppo recente per poter giustificare un cosà drastico cambiamento (forse lo scopo velato era proprio di suggerire che il cambiamento non fosse cosà drastico?) di una società; in cui, tuttavia, permane tutta la pletora di trasgressioni mostrate nel libro; oltretutto, il testo descrive come il consenso all’ipotetico regime manchi ad ogni livello della società;, dai più bassi fino alle alte sfere. Se anche le mogli più ortodosse (Serena Joy era più o meno una star cristiana della tv) mal sopportano le ancelle, se le ancelle sono perlopiù costrette a fare cià che fanno, se i custodi sono sfiancati dall’astinenza a cui sono costretti, se anche i comandanti hanno bisogno della trasgressione (che peraltro È talmente prassi che le mogli si limitano a soffrirne senza scandalizzarsene), allora con il consenso di chi È stata costituita la distopia? Su quali basi si regge la società; descritta? Infine, quando ho posto l’accento sulla parola descrizioni intendevo dire che il romanzo È sostanzialmente una grande descrizione della società; immaginata dalla Atwood: lo svolgimento della trama È estremamente lento ed anche le parti in flashback servono perlopiù alla descrizione della nascita della repubblica di Galaad; appena alla protagonista capita davvero qualcosa che non sia una scena di vita normale – quantomeno per un’ancella: venire relegata in casa, partecipare agli sgarri del comandante, scoprire l’esistenza di una resistenza – utilizzata solo per mostrare il mondo circostante, il romanzo si conclude. Come già; detto, È una descrizione suggestiva, ma niente di più, il che non È un problema per chi cerca esclusivamente un bel messaggio, un’analisi del comportamento umano od un monito, ma potrebbe risultare in una piccola delusione per chi preferisce che questi elementi siano calati in una trama. Immagino che, dopotutto, anche questo sia più un problema mio che del romanzo in sÉ.
Piccola nota positiva a margine È che il rendere tutto il romanzo una trascrizione di nastri registrati dalla protagonista, come esposto nell’ultimo capitolo, sia stata da un lato un’idea interessante e, dall’altro, anche un’occasione per motivare (non che ce ne fosse bisogno, perà fa piacere notarlo) alcune delle scelte stilistiche volte ad una narrazione di stampo intimista.

distopia

Futuro distopico. Romanzo intenso e ben scritto. Se amate il genere, non potete non leggerlo.

Soddisfazione a metà;

La tempistica della spedizione e la comunicazione con il cliente sono sempre eccellenti; tuttavia la Feltrinelli continua sempre a deludermi con l’imballaggio dei miei prodotti: È l’ennesima volta che ricevo il mio pacco in una scatola di cartone in pessime condizioni che, durante il trasporto, non fa che danneggiare enormemente la merce all’interno; il libro mi È arrivato sporco, piegato e strappato sulla base.
Non so più come fare per farvelo presente ma se la prossima volta che ordino dovessi ricevere di nuovo la merce in quello stato, perderete un cliente.
Spero che questa volta ascolterete quanto detto e cercherete di migliorare l’imballaggio in maniera concreta.

Un bel distopico!

Il romanzo È scritto in prima persona, scopriremo alla fine che si tratta della trascrizione delle memorie che Difred (il nome che gli È stato dato in quanto proprietà; del comandante Fred) ha registrato su delle audiocassette. Racconto orale quindi in cui la voce narrante ripercorre i fatti che hanno portato all’instaurazione del nuovo regime, alla perdita della libertà; sua e di altre milioni di donne, del tentativo di fuga, del marito e della figlia che le sono stati strappati, del percorso di rieducazione a cui È sottoposta, della sua non vita come Ancella, delle umiliazioni, della paura e anche della propria vigliaccheria e debolezza.

Un racconto vero

Quando si racconta un futuro distopico, la tematica della distopia tende a facogitare i personaggi, fra cui risalta ben tratteggiato il protagonista, mentre gli altri restano sullo sfondo; spesso la figura femminile, anche ove centrale, È piuttosto piatta.
Per questo Il racconto dell’ancella È interessante. Non perchÉ le donne sono al centro della vicenda – e lo sono – ma perchÉ sono anche il centro narrativo della vicenda. La storia È raccontata dalla protagonista con una voce ben definita, la sua voce, e si riesce a percepirla cristallina qualsiasi cosa stia dicendo. L’analisi della sua – e, per certi versi, nostra – attualità; È cosà realistica e asciutta da essere toccante semplicemente cosà com’È, in punta di piedi.

Il racconto dell'Ancella

Da leggere!

Dopo la visione della serie più chiacchierata del momento e tessuta magistralmente, il corrispettivo cartaceo era d’obbligo, soprattutto per conoscere il finale. Finale aperto che appunto non È chiaro: June riesce a scappare e sicuramente sopravvive in quanto registra i nastri, non si sa perà se riesce a ricongiungersi con Luke e la bimba, o semplicemente ritrovare Moira.
Gli ingredienti del romanzo sono quanto più inquietanti e realistici possibili: ci troviamo davanti un 1984 con solo donne, romanzo vicinissimo ai giorni nostri; forse proprio per questo motivo fa paura più che mai. Assolutamente da leggere se si vuole riflettere, se si vuole un bel romanzo distopico ma soprattutto essenziale per aprire gli occhi e capire che Galaad non È poi cosà lontana e impossibile.

Tremendamente attuale

Il racconto dell’ancella È ambientato in un futuro in cui gli Stati Uniti sono stati sostituiti da una dittatura di stampo fortemente religioso, al centro della quale vi È la forte distinzione dei ruoli di genere femminile e maschile. Le donne sono state private di qualunque libertà; individuale e discrezionale nei confronti del proprio corpo: tra di esse vi sono le Ancelle, donne sane in età; fertile che diventano vere e proprieincubatrici umane, il cui compito È sostituirsi nella procreazione alle mogli degli uomini potenti e dare loro figli. Esse non hanno più un proprio nome, ma assumono quello dell’uomo che le possiede e ogni eventuale associazione segreta o tentativo di rivendicazione di libertà; È punito con l’esecuzione capitale in pubblico.
La protagonista usa il ricordo dei tempi passati, la nostalgia, come forza per mantenere la lucidità; mentale e sperare in un futuro diverso. Il racconto dell’ancella È qualcosa di più di una versione femminile e femminista di 1984; molti temi (i ruoli di genere, il rapporto delle donne con la maternità;, la rapida normalizzazione di un pensiero coercitivo nella società;) risuonano oggi più che mai attuali e possono e devono condurci a una riflessione accurata sulla società; odierna.

Bellissimo!

A Gilead, una dittatura basata su tradizioni puritane e controlli di Stato ha soppiantato la democrazia statunitense. A farne le spese È l’universo femminile, destinato ad assolvere a mere funzioni biologiche. Le ragazze sono “ancelle, assegnate alle famiglie dei “comandanti col compito esclusivo di assicurare la prosecuzione della specie. “Noi siamo dei grembi con due gambe, nient’altro: sacri recipienti, calici ambulanti. Ma anche se l’occhio del “Grande Fratello tutto controlla, la libertà; È fiamma indomabile. Tra le ancelle c’È chi non teme di esprimere la propria ribellione: “Non consentire che i bastardi ti annientino, e c’È persino chi arriva a provare compassione per il maschio dominante: “Perà, che inferno essere un uomo, in quel modo. Dev’essere bello. Dev’essere un inferno. Dev’essere un deserto.

Un memento

Il regime teocratico e misogino in cui la protagonista si vede costretta a vivere appare come qualcosa di lontano, che non ci potrebbe mai accadere, se non fosse che anche nel mondo occidentale (la base sono gli USA) qualcuno vorrebbe negare alle donne i diritti basilari.
Nel mondo del Racconto dell’ancella, in cui a seguito di un disastro radioattivo e un conseguente colpo di Stato le poche ragazze rimaste fertili sono di fatto stuprate e mantenute per divenire ancelle e mettere al mondo i figli dei ricchi e potenti, le donne sono spogliate di tutto per diventare il loro ruolo: ancelle, mogli, zie, economogli e cosà via. Nel microcosmo che Difred (un patronimico) racconta non come storica ma come semplice e stanca testimone c’È tutto: le donne vittime come le complici, i cattivi puri e quelli che si compiacciono di essere leggermente migliori, i ribelli, i trasgressori e cosà via. Quello che colpisce È soprattutto la voce narrante di Difred, non piegata ma a tratti abbastanza spaventata da costringersi ad affezionarsi al mondo di Galaad. Le riflessioni sulla sua vita passata, quella in cui era figlia, moglie, madre e lavoratrice e non pensava minimamente a fare tesoro di ogni momento, sono i passaggi più pregnanti del romanzo.

Le distopie che fanno paura

Non sapevo cosa aspettarmi da questo libro, essendoci sia coloro che lo hanno adorato, sia coloro che lo hanno ritenuto una delusione. Io l’ho trovato decisamente coinvolgente, a tratti agghiacciante. Il futuro della Repubblica di Gilead vissuto da Difred e dalle altre ancelle È quanto di peggio l’umanità; si possa augurare. Flashback concitati e un presente da incubo si alternano nella narrazione in prima persona. Abbandono, desiderio di lottare, disperazione, coraggio emergono con forza in queste pagine, a volte tutti insieme. E’ stata davvero una lettura interessante, fosse anche solo per l’originalità; della storia se si considera che È stato pubblicato per la prima volta nel 1985

Oppressivo e angosciante

Ho letto questo libro con grandissime aspettative poichÉ avevo sentito solo pareri positivi. Come tutti i distopici, il senso di oppressione e angoscia caratterizza questo libro fin dalle prime pagine. Ci troviamo in un regime totalitario dell’America dove la procreazione È a rischio e alcune donne, le ancelle, sono costrette a rispettare regole molto rigide proprio a questo scopo. Il racconto di questo mondo viene narrato dall’ancella Difred e noi riusciamo a percepirne solo alcuni aspetti e sensazioni poichÉ non viene spiegato tutto nei minimi particolari; infatti non ci sono un inizio e una fine ben precisi. Anche se non È il mio distopico preferito È davvero un bel libro e lo consiglio

Cupo e splendido

Cosa faresti se ti ritrovassi sola, in una casa di estranei, riconosciuta solo per il tuo ruolo di potenziale “contenitore per feti? Cercheresti di sopravvivere, di trovare il bello sempre e comunque? Avresti il coraggio di rischiare la vita per un contatto umano?
Difred sà! E rappresenta quel barlume di coraggio che in fondo brucia in ognuno di noi.
Con uno stile tenero, ceselllato e necessario come una carezza, la bravissima Margaret Atwood ci prende per mano e ci porta in un futuro (?) buio e ci fa innamorare della sua protagonista e della sua scrittura. Splendido!

distopico con distopico

5. Il racconto dell’ancella È uno di quei libri “distopici non tanto distopici. Per genere letterario viene classificato distopico ma leggendo capisci subito di essere entrato in una storia ambientata giusto un po’ avanti nel futuro. C’È tutto, la misoginia, i machismi, chi lotta per il patriarcato e chi vuole combatterlo. Lo stile di Margaret Atwwod È cosà affascinante da risultare semplice e chiaro per tutti, ma inserendo allo stesso tempo latinismi ed espressioni auliche. Dovrebbero far leggere questo libro nelle scuole.

Un libro potente

Per tutta la lettura di questo libro mi sono sentita proiettata in un incubo. Una società; in cui le donne sono vittime e carnefici al tempo stesso.
Un mondo dominato dagli uomini che hanno imposto la loro supremazia e le loro regole, assoggettando le donne a ruoli avvilenti e ad una schiavitù inaudita. Cià che mi ha maggiormente colpita perà e che emerge chiaramente, più del maschilismo di questo regime, È la mancanza di coesione tra le donne che probabilmente ha favorito questa situazione. La Atwood sembra volerci avvertire del fatto che solo una vera solidarietà; femminile puà sconfiggere il maschilismo dilagante.
Esiste più di un genere di libertà;, diceva zia Lydia la libertà; di e la libertà; da. Nei tempi dell’anarchia c’era la libertà; di, adesso vi viene data la libertà; da. Non sottovalutatelo

Bella lettura

Dopo la visione della serie più chiacchierata del momento e tessuta magistralmente, il corrispettivo cartaceo era d’obbligo, soprattutto per conoscere il finale. Finale aperto che appunto non È chiaro: June riesce a scappare e sicuramente sopravvive in quanto registra i nastri, non si sa perà se riesce a ricongiungersi con Luke e la bimba, o semplicemente ritrovare Moira.
Gli ingredienti del romanzo sono quanto più inquietanti e realistici possibili: ci troviamo davanti un 1984 con solo donne, romanzo vicinissimo ai giorni nostri; forse proprio per questo motivo fa paura più che mai. Assolutamente da leggere se si vuole riflettere, se si vuole un bel romanzo distopico ma soprattutto essenziale per aprire gli occhi e capire che Galaad non È poi cosà lontana e impossibile.

Le ancelle dagli anni ’80 all’era di Trump

Il racconto dell’ancella viene scritto a partire dal 1984 e pubblicato nel 1985. La storia È ambientata in un prossimo futuro, o meglio ancora in un what if alla Pixar (leggi la recensione di 4 3 2 1 di Paul Auster sul what if dell’interno Novecento) ovverosia una versione alternativa degli anni Ottanta.
Stando alle speculazioni dell’autrice Margaret Atwood le radiazioni atomiche hanno fatto si che nel Nordamerica si instaurasse rapidamente una teocrazia totalitarista che passa sotto il nome di Repubblica di Galaad. Una dittatura militarizzita e altamente gerarchica che ha istituzionalizzato un certo tipo di prostituzione servendosi del (asservendo il) corpo femminile.
Dopo avere spogliato di ogni diritto civile le donne ancora fertili, per fare fronte al calo delle nascite le ha rese schiave in virtù del loro potere biologico (potere che non È sinonimo di emancipazione), e le ha chiamate Ancelle.
Le impotenti ancelle perdono i loro nomi di prima e assumono il patronimico che si compone della proposizione semplice di e del nome di battesimo del gerarca cui vengono assegnati per la procreazione coatta. A esempio: Diwarren, Diglen, Difred, ecc. Una aberrante costrizione tanto più crudele quanto È compiaciuta. Ogni deviazione dal canone È punita nel modo peggiore.
Il resto del mondo È ancora libero e in parte immutato: pensate che turisti giapponesi vengono a visitare questo mondo fatto di maschi conservatori e femmine oppresse, incuriositi dalle fantomatiche Ancelle che desiderano immortalare nei loro scatti fotografici.
Il collegamento con il leggendario capolavoro di George Orwell non È solo nella inquietante coincidenza delle date (1984) e nel tema angosciante, ma anche in uno stile di scrittura superbo.
Se ti È piaciuto l’inizio continua a leggere la recensione (con le differenze fra romanzo e serie tv) sul blog di Libri Senza Gloria

Consigliatissimo

Ero scettico nel comprare un libro diverso dal solito, non essendo abituato a leggere romanzi del tipo distonico.
Perà, solo felice della mia scelta e appena l’ho iniziato, l’ho divorato in meno di due settimane!
All’inizio È un po’ lento, perà con l’avanzata delle pagine si fa sempre più intrigante!
Consigliatissimo!

bellissimo

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le ancelle, sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. La protagonista del romanzo È una donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioÈ di Fred, il suo padrone. Difred tenta in tutti i modi di non lasciarsi stritolare dalla pazzia che la circonda rifiutando ogni coinvolgimento emotivo e cercando di dimenticare il suo passato e la società; precedente.
Difficile parlare di questo libro, perchÉ quando un libro ti piace tanto non riesci a esprimere al meglio le tue sensazioni e le tue opinioni; ogni aggettivo, ogni parola ti sembra riduttiva e hai paura di sminuire il romanzo. Vi basta sapere che non solo È il libro più bello letto quest anno ma uno dei libri più belli letti nella mia vita. Una storia sconvolgente e difficile da digerire, che la Atwood rende assolutamente credibile. La Atwood ha la capacità; di far entrare il lettore talmente bene nella storia che si ha l’impressione di leggere un autobiografia della protagonista, che Difred sia esistita realmente e che abbia vissuto sulla propria pelle le vicende del libro. L’autrice infatti È stata bravissima a far percepire al lettore la disperazione di queste donne, tutte vittime del nuovo sistema, e la loro incapacità; di ribellarsi; il punto forte del libro È proprio il modo in cui si entra affondo nella psicologia dei personaggi. La prosa non È tra le più scorrevoli ma anche questo da un punto in più al libro perchÉ si riesce ad assaporare ogni singolo gesto, ogni minima vicenda senza dover correre per arrivare alla fine della narrazione. Ci sarebbe molto altro da dire ma mi fermo qui perchÉ vi invito a leggerlo assolutamente, a mio parere non È un libro che puà piacere a tutti, perà È un libro che puà trasmettere qualcosa a chiunque, È un libro che puà far riflettere chiunque. Per quello anche se non È nella vostre corde, leggetelo, leggetelo, leggetelo perchÉ vi puà dare tanto.

La distopia di una volta

“Il racconto dell’ancella ci porta in un mondo distopico, ambientato in un futuro prossimo che ha moltissimo in comune col nostro presente: disparità; di genere, vere e proprie caste che comportano “nobili e “servitori, uomini e donne obbligati a seguire una strada piuttosto che un’altra solo perchÉ “È la legge, un pianeta distrutto dall’uomo. La struttura del libro, fatta di flash back costanti e narrato in prima persona, permettono un alto grado di immedesimazione della protagonista, non ci È dato sapere il suo nome, potremmo essere noi stesse un domani, potrebbe essere una conoscente, non importa. In un mondo dove tutto sta lentamente implodendo questo futuro non poi cosà lontano e la Atwood, forse sull’onda di racconti come “1984 e “Fahrenheit 451, vuol proprio metterci in guardia dal ripetere gli stessi errori che han portato i suoi personaggi a creare una società; che poco ha di umano.

Distopia cruda e introspettiva

Pochi libri sono un pugno nello stomaco come questo, uno schiaffo in faccia a una realtà; che sembra lontana ma che invece affonda le radici in quella odierna. Del resto, la distopia specula sul futuro per comprendere il presente, scardinandone il sistema e analizzando ogni singolo ingranaggio. In questo romanzo si analizzano molteplici aspetti, tutti riconducibili al ruolo della donna nella società;: schiava domestica, incubatrice, fonte di peccato, creatura senza diritti. Temi ampiamente affrontati, ma la Atwood riesce a narrarli attraverso una voce cosà cruda, quasi rassegnata e distaccata, stanca da renderli come ghiaccio che scivola sulla schiena. Ogni pagina È uno scenario desolante dell’involuzione dei rapporti umani, di una società; perversa nei suoi meccanismi precisi. L’esistenza di una donna in funzione di un uomo, la suddivisione fra coloro che devono restare caste e le incubatrici per i figli: Difred vive tutto questo sulla sua pelle e, dopo i primi capitoli un po’ confusionari, ci trasporta senza preamboli in una storia in cui non vorremmo mai vivere, ma che potrebbe avverarsi in un futuro non troppo lontano.

Il racconto dell’ancella

In questa distopia, Margaret Atwood ci porta nel mondo e soprattutto nella mente di Difred, una ragazza che ha perso la sua libertà; e soprattutto il suo corpo – che ora ha come unico scopo quello di procreare – dopo l’ascesa al potere di una setta religiosa. Attraverso una scrittura profondamente intimista, la Atwood ci descrive la vita quotidiana e quella perduta di Difred, e questo continuo confronto tra le due realtà; ci porta un intenso senso di straniamento. L’unica critica che posso fare a questo libro È che mi sarei aspettata più scene d’azione e di ribellione.

Angosciante ma coinvolgente!

Ho acquistato questo libro dopo aver visto tutte le puntate dell’omonima serie e devo dire che non ne sono rimasta delusa! Il ritmo della scrittura È piuttosto scorrevole e ci trasporta lentamente all’interno di un futuro angosciante e distopico dove le donne si dividono in quattro categorie: le mogli ricche, sterili e frustrate il cui unico desiderio È avere figli che non possono generare, le ancelle, giovani e fertili,costrette a subire violenze di ogni tipo pur di riuscire a concepire, le figure inquietanti delle zie, vecchie crudeli,incaricate di istruire le ancelle all’obbedienza e infine le Marte, le domestiche sterili e tuttofare. Il mondo infatti È stato devastato da un incidente nucleare che ha ridotto la fertilità; e una setta religiosa e fanatica ha preso possesso degli stati uniti, rendendo schiave le ultime donne rimaste fertili. Il racconto avviene al punto di vista di Difred, l’ancella cui È stata strappata la famiglia e anche il nome, ed È diventata di proprietà; di Fred, il Comandante. Il racconto alterna flashback della vita passata di Difred con gli eventi del presente,in una escalation di particolari agghiaccianti che rende ancora più coinvolgente e angosciante la lettura. Se poi il romanzo vi sembra di fantascienza vi assicuro che non lo È affatto: temi quali il fanatismo religioso, il totalitarismo, la perdita delle libertà; femminili, la maternità; surrogata,sono purtroppo più che attuali..

Bellissimo

Un romanzo distopico che racconta, attraverso una sola voce, quella dell’ancella appunto, una storia del futuro al passato, coinvolgente e allo stesso tempo disturbante. Come molte storie dispotiche si avvicina ad una realtà; probabile, in questo caso quella della civiltà; di Galaad, che utilizza paura, pregiudizi, persecuzioni, delazioni, rituali, indottrinamenti e guerre necessarie per giustificare la sua stessa esistenza. Si rimane turbati e preoccupati, pagina dopo pagina, nel riconoscere nel racconto gli echi di crimini e nefandezze passati e recenti della storia dell’umanità;, ma la parte più agghiacciante del libro, a mio avviso, rimane quella finale, il capitolo-appendice Note storiche (da leggere assolutamente alla fine del racconto).

Da leggere!

La Atwood crea questo mondo distopico ma che È descritto con una tale veridicità; e dovizia di particolari che possono rimandare a situazioni reali nel nostro presente. Una donna dà; voce a questo mondo con i suoi pensieri, tormenti, paure. ma È una voce che diventa un coro perchÉ altre donne sono presenti ognuna con un proprio mondo interiore. E’ un inno alla libertà; e alla speranza.

Profondo e crudo

Romanzo molto intenso e drammatico. La vicenda È ambientata in un futuro catastrofico ma nonostante cià È molto attuale. Viene denunciata la violenza sia fisica ma soprattutto psicologica subita dalle donne viste come anello debole e peccaminoso della società;. La storia narrata È di una tristezza infinita, ti tocca nel profondo, ti resta dentro e non puà essere dimenticata. Questo libro È assolutamente da leggere, si legge tutto d’un fiato e mostra una sfaccettatura della crudeltà; umana che non avreste mai voluto conoscere.

Un distopico femminista

Siamo in una società; distopica, fondata su un patriarcato che rende le donne oggetti da ingravidare per combattere la decrescita demografica. Queste donne sono le cosiddette ancelle, e cià che si spera di riportare in auge sono i vecchi valori, che secondo la nuova classe dirigente maschilista si stavano andando perdendo per colpa di una società; che rendeva sempre più emancipato ed indipendente il sesso femminile. La costruzione di questa nuovo, ma vecchio e obsoleto mondo distopico È compiuta con maestria dalla penna della Atwood, che riesce a trasmettere anche con un solo periodo l’angoscia di una situazione paradossale e senza speranza. Riviviamo attraverso l’ancella protagonista la differenza dalla situazione precedente e la nuova, e speriamo per tutto il tempo che riesca a ribellarsi ai suoi padroni-aguzzini. Assolutamente consigliato a tutti gli amanti del del genere distopico, non a caso È stato definito dai critici il 1984 femminista.

tutto puà succedere

La narrazione ci catapulta immediatamente nel futuro, un futuro purtroppo non cosà impossibile. La storia si svolge in un mondo dove i fanatici regnano, dove non nascono più bambini e le poche donne fertili vengono strumentalizzate e viste solo come un contenitore per fare figli. In questo scenario forse non troppo lontano, la protagonista assiste impotente a tutto cià e l’unica cosa cui puà aggrapparsi sono i suoi ricordi di una vita precedente, ricordi che evoca nel silenzio della sua stanza perchÈ proibiti. La Atwood ci proietta in questo mondo con poche parole, già; nelle prime pagine siamo coinvolti nella storia, che spaventa e fa riflettere. Bellissimo.

mi È piaciuto

Ho letto questo libro per un esame all’università; sui romanzi distopici ma l’ho adorato e l’ho letto tutto d’un fiato. Trovo che sia scritto benissimo e che l’autrice abbia la capacità; di trasportarci in questo universo (purtroppo non troppo distante) e farci vivere l’angoscia dei personaggi, in particolare la protagonista. Molto consigliato a chi ama Orwell e alle femministe incallite anche se questo libro le riempirà; di rabbia. Almeno per me È stato cosà. Bellissimo.

l’inquietudine

‘Il racconto dell’ancella’ È un capolavoro. È un libro che vi terrà; incolati alle pagine ma che riuscirà; anche ad inquietarvi come pochi altri libri. Trovo che sia un racconto che ci spaventa soprattutto perchÉ non sembra rappresentare un futuro troppo distante dalla nostra quotidianità;. Lo stile di scrittura di Margaret Atwood È di una bellezza agghiacciante e vi lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Lo consiglio a tutte le donne, per trovare la forza di difendersi da qualunque tipo di violenza.

Libertà; di e libertà; da

Ho dato questo titolo perchÉ È una frase, che oltre ad essere nella quarta di copertina dell’edizione che ho letto io, mi ha fortemente colpita, È il nucleo intorno al quale gira il concetto del totalitarismo antico e moderno e probabilmente futuro; È il capro espiatorio su cui si regge il messaggio che un qualsiasi governo autoritario o estremismo religioso veicola al proprio popolo bue, ossia l’idea che la repressione sia necessaria per liberare il singolo da pulsioni definite devianti e comportamenti tacciati per non consoni e fuorvianti rispetto alla retta via da seguire, l’unica, quella tracciata dal Capo.
Questo romanzo riesce perfettamente a sintetizzare questo concetto e a raccontare la parabola del totalitarismo che puà essere adattata a qualsiasi realtà; storica in qualsiasi parte del mondo. Atwood lo fa in maniera esemplare inventando nel suo racconto distopico, che niente ha da invidiare a 1984 di Orwell, una realtà; geograficamente localizzata in America che vede chiudere le porte alla democrazia e al “libertismo per lasciare il passo a ferree regole di comportamento e a rigide distinzioni sociali in cui le donne vengono relegate a ruoli di servizio verso gli uomini, che siano Mogli, Marte, Zie, Nondonne, soprattutto Ancelle, non importa, tutte chi più chi meno in un modo o nell’altro rendono servizio alle necessità; fisiche e non dell’uomo, racchiuso nel simbolico Comandante. Il fine ultimo È la riproduzione in un mondo in cui, per motivi poco chiari, sembra esserci poca speranza di avere figli e soprattutto sani. Già; qui quanta modernità;; quanto È attuale il concetto per cui il fine ultimo della società; È quello di fare figli, assicurare che il proprio nome si protragga nel tempo e lo si fa anche oggi con i mezzi più disparati. In fondo mi pare di capire che le radiazioni chimiche nell’aria fossero circoscritte al quel luogo fantomatico, quindi perchÉ non scappare tutti e rifugiarsi in un’altra parte del mondo? Si accenna nel libro all’Europa come zona franca, per cui È chiaro che la ragione che sembra prettamente fisica di cercare di riprodursi in maniera sana in un mondo attaccato durante una guerra che quanto sia davvero reale non si capisce, È solo una chiara scusante per la volontà; di fondo che È quella di avocare a sÈ il potere e fare del corpo delle donne una proprietà; di cui disporre. E’ lo stesso Comandante che in un dialogo con l’Ancella accenna al concetto “Che cosa potevamo fare di diverso? quasi fossero stati costretti a mettere in scena questa patetica recita drammatica. E di dramma ce n’È molto in questo romanzo, manca l’aria alle volte leggendo, ti trascina nell’angoscia della protagonista, mi ritrovavo spesso a chiedermi “ e se domani la mia carta di credito o il mio bancomat davvero non dovessero più funzionare all’improvviso in quanto persona di sesso femminile? Cosa farei? Quale personaggio della recita vorrei o preferirei recitare? Una Marta? Un’Ancella? Una Nondonna? O una prostituta? PerchÉ chiaramente anche in un mondo nuovo con regole puritane nuove, non manca uno spazio per la trasgressione dove i Comandanti contravvenendo alle regole da loro stessi imposte si dedicano a sollazzi appartenenti al Mondo di ieri.
Ho trovato geniale l’idea dei nomi affibbiati alle Ancelle, che, cancellato con una passata di spugna il passato ed insieme la loro stessa esistenza e personalità;, vengono vestite di rosso e concesse in proprietà; ai Comandanti e le loro Mogli diventando di volta in volta Difred, Diglen e cosà via. Il rapporto con le Mogli È chiaramente assurdo, in quanto le Ancelle prendono fisicamente il loro posto nell’unico scopo di procreare, e diventano quindi oggetto di odio e gelosia da una parte ma mezzo di speranza per diventare madri dall’altra. Ci sarebbe tanto di cui scrivere su questo dualismo di rapporti e di sentimenti che alle volte, estremizzando, appartiene all’universo femminile che si immola per i propri uomini, che È crocerossina e amante a seconda delle necessità;, che chiude gli occhi pur di mantenere il proprio ruolo di moglie in società;.
Non voglio fare chiaramente spoiler, dico solo che due tra le scene più di tutte raccontate hanno dentro di sÉ tutta l’epicità; che caratterizza questo meraviglioso romanzo e su cui consiglio di soffermarsi, quella del rapporto a tre tra Ancella, Comandante e Moglie e la Nascita, come viene intitolato il capitolo, che tratta del Parto.
Un vero capolavoro.

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