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Dettagli del libro Bianco come Dio
- Il titolo del libro: Bianco come Dio
- Pagina: 486
- La data di pubblicazione del libro: 2019-09-12 11:43:55
- File disponibili: Bianco come Dio.pdf, Bianco come Dio.epub, Bianco come Dio.mobi
- La lingua del libro: italiano
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Bianco come Dio
Con questo libro costruisci una biblioteca per bambini in India.
Se ti dicono che il mondo È sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità;: ti rassegni a vivere una vita che non È la tua, con il dubbio di sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolà, vent’anni carichi di domande, di energia e di un’inestinguibile ricerca di senso. A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, cosà sceglie di partire. Lo zaino che si porta È leggero: È convinto di trattenersi in India, nell’orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell’angolo remoto di mondo la sua vita È destinata a cambiare. PerchÉ presto scoprirà; che una vacanza da “volonturista non È quello che sta cercando. I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società; ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si puà sempre rinascere. E anche se Nicolà sa bene che la battaglia contro il male È persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Cosà decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell’orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia. Bianco come Dio È la loro storia, il racconto che Nicolà ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
(1993) È cresciuto a Cremona. A vent’anni È partito per l’India e si È unito a una missione umanitaria presso l’orfanotrofio Dayavu Boy’s Home. Ha studiato giornalismo e lavorato per il can [. ]
- Marchio: Rizzoli
- Collana: Narrativa italiana
- Prezzo: 17.00
€ - Pagine: 304
- Formato libro: 21.7×14.2×1.6
- Tipologia: BROSSURA
- Data di uscita: 30/10/2018
- ISBN carta: 9788817104890
Recensioni clienti
La recensione più positiva
Bianco come Dio È l’amico che non vedevi l’ora di ritrovare , È il bambino con gli occhi grandi e pieno di vita che ti mancava , È la società; che fa a pugni tra il ricco e il povero , tra il benestare e i problemi quotidiani di un piccolo orfanotrofio che cerca di tirare avanti con tutte le forze.
Ammirevole la forza e la determinazione di tutti loro , partendo da Nicolà fino ad arrivare a tutte le anime di questo libro.
Ma sopratutto È un libro che fa riflettere, pensare , anche arrabbiare se vogliamo, ma non aggiungo altro , scopritelo voi , perchÉ ne vale davvero la pena.
Nicolà torna a scrivere delle vite di quei bambini, trovando la formula perfetta per far ritornare i vecchi lettori a cià che avevano lasciato in Uno e ripercorrendo di esso alcune tappe, concede allo stesso tempo al nuovo lettore la piena comprensione della storia completa.
Un libro che profuma di sogni , progetti e voglia di fare la differenza, in cui ha saputo descrivere e trattare varie tematiche, di notevole importanza , in modo diretto e sincero.
Ammiro profondamente la voglia di non arrendersi mai che È riuscito a trasmettere anche in questo libro .
Consigliato davvero a tutti!
E per chi ancora non lo conoscesse consiglio vivamente di perdersi tra le pagine di Uno, aveva lasciato un grande segno dentro il mio cuore e la mia mente , Bianco come Dio si È fatto largo occupando tutto lo spazio restante !
In essi ho trovato me stessa e in loro ho lasciato il mio cuore.
Quando scrissi la recensione di Uno dissi a Nicolà che con il suo sogno di una vita aveva riempito È migliorato la mia , un anno dopo invece gli dico grazie , perchÉ ci sono libri che ti riempiono l’anima , altri come questo che ti fanno capire davvero cosa sia.
Bianco come Dio — Libro
Una persona alla volta, un sorriso alla volta. E’ cosà che si cambia il mondo
Nicolà Govoni
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Il desiderio di Govoni di fare del bene supera la distanza. – Corriere della Sera
Come cambiare la nostra vita? Come cambiare quella degli altri? E qual È il nostro posto nel mondo? Per rispondere a queste domande, Nicolà ha lasciato l’Italia e si È unito a una missione umanitaria in India. Dalla sua esperienza sono nati un blog, una pagina Facebook e un romanzo, Bianco come dio: una frase che gli viene rivolta dagli indiani per strada, e che lui trova profondamente ingiusta.
Se ha deciso di mettersi a scrivere È proprio per cercare di cambiare le cose: raccontando il suo cammino e le storie che ha incontrato percorrendolo, Govoni È riuscito a toccare il cuore di migliaia di lettori, che lo seguono in rete per sostenere il suo lavoro.
Se ti dicono che il mondo È sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità;: ti rassegni a vivere una vita che non È la tua, con il dubbio di sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolà, vent’anni carichi di domande, di energia e di un’inestinguibile ricerca di senso.
A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, cosà sceglie di partire. Lo zaino che si porta È leggero: È convinto di trattenersi in India, nell’orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell’angolo remoto di mondo la sua vita È destinata a cambiare. PerchÉ presto scoprirà; che una vacanza da “volonturista non È quello che sta cercando.
I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società; ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si puà sempre rinascere. E anche se Nicolà sa bene che la battaglia contro il male È persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Cosà decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell’orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia.
Bianco come Dio È la loro storia, il racconto che Nicolà ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
Non torno, mamma. I bambini sono la fine del mondo. Ogni giorno mi stupiscono, ogni giorno bevo dalla loro felicità;. E mi chiedo con che coraggio ci lamentiamo della nostra crisi. Non voglio fare la predica a nessuno, solo dirti che non posso tornare. Tranquilla per me, non sono mai stato più felice.
‘Bianco come Dio’:
il libro di Govoni sarà;
pubblicato da Rizzoli
Il giovane cremonese Nicolà Govoni, già; noto per la sua esperienza in India, torna a far parlare di sÉ. E lo fa nientemeno che con la pubblicazione del suo ultimo libro, ‘Bianco Come Dio’, da parte della nota casa editrice Rizzoli. Il volume era già; uscito in veste di e-book e si era rivelato un successo, con oltre 10mila copie acquistate. Proprio questo ha interessato Rizzoli, che nei giorni scorsi ha fatto la proposta al giovane.
Di questa vicenda lui parla in un post su Facebook, raccontando la propria storia. “Ho iniziato a scrivere nel momento più cruciale della mia vita, quando, inconsciamente, dovevo decidere chi sarei diventato. Era il 2013.
Sono nato a Cremona. Non ci vivo più. Sono nato il 17 marzo 1993, figlio di uno sbaglio e di grande amore. Sono cresciuto con i nonni, che mi hanno insegnato la compassione, e a mangiare la frutta. Sono cresciuto leggendo libri, tagliandomi i capelli di rado, e sospirando sempre per la ragazza sbagliata.
La mia infanzia profuma di biscotti, e pesche, e piedi nudi d’estate. Sono un bambino felice e solitario. Poi sono adolescente, e non ho un rapporto con mio padre, e infrango ogni regola, e disdegno lo studio accademico. Continuo a leggere, perà. Continuo a inseguire la ragazza sbagliata.
Ho diciott’anni e mi sento vecchio. Vivo in un paese che cannibalizza i propri figli e si pulisce i denti con le loro ossa. Fallisco, ancora e ancora. Prendo i miei fallimenti e ci faccio una collana. È una collana pesante. “Non andrai da nessuna parte, dicono i miei insegnanti. “Ci rinuncio, pensano i miei genitori. Ho diciott’anni e mi sento vecchio.
La ragazza sbagliata, dopo tanto sospirare, mi fa un grande favore, mi spezza il cuore in un milione di piccoli pezzi. “Questa società; È profondamente sbagliata, mi dico allora. “Abbiamo tutti rinunciato ai nostri sogni, e ci va bene cosà. Ci va bene questa vita preconfezionata. Ci va bene non esistere. Ci va bene arrenderci, e accontentarci e scegliere un dolore facile anzichÉ un’impervia vittoria. Mi guardo intorno, e in questa piccola città; non cambia mai nulla. “Io merito di meglio.
A vent’anni parto per fare volontariato. Non ne posso più, sono vuoto e lo sono da tanto, e cosà quando metto piede in un piccolo orfanotrofio nell’India meridionale, i miei bambini trovano spazio in abbondanza in cui insediarsi. Quello spazio È il mio cuore, che prima riecheggiava vuoto e poi, dopo quell’estate di lavoro e amore, si colma.
Da qui, cambia tutto. Mi metto a scrivere. In Italia raccolgo fondi per costruire un dormitorio nel mio orfanotrofio. Mi trasferisco in India per dedicarmi completamente ai miei bambini. Lo faccio con una promessa, usare la mia fortuna di ragazzo bianco e occidentale per prendermi cura di loro. In India m’iscrivo all’università;, dove studio giornalismo e, al contempo, inizio a insegnare a bambini svantaggiati. Nel 2014, l’orfanotrofio rischia la chiusura a causa delle nuove norme governative che penalizzano le piccole fondazioni. Raccolgo fondi per costruire un muro perimetrale intorno all’istituto, salvando cosà l’orfanotrofio. Fondo una ONLUS a supporto della mia Missione.
Nel 2015 pubblico “Uno, il racconto delle vite dei miei bambini, grazie alla fiducia di una piccola casa editrice. “Uno È una storia personale, un’epistola a me stesso, roba oscura, spesso caotica, ma profondamente speranzosa: il racconto di un ventenne desideroso di gridare al mondo come, dopo essersi quasi arreso allo status quo, ha trovato il coraggio di vivere davvero.
Scrivo di me e di venti orfani sperduti chissà; dove in un villaggio del terzo mondo, eppure migliaia di lettori—come non lo so neanch’io—si radunano attorno alle mie storie, alle Nostre storie, dapprima con parole d’incoraggiamento, poi contribuendo concretamente, e infine partecipando alla mia Missione. Questi di cui parlo siete voi, la mia famiglia. Questi Siamo Noi. Nel 2016, mandiamo tutti i bambini dell’orfanotrofio a scuola e tre dei ragazzi più grandi all’università;.
Nel frattempo lavoro per testate quali BBC, South China Morning Post e Metropolis Japan, specializzandomi, a differenza della maggioranza dei giornalisti, nel dare voce a coloro che ne sono privi, agli oppressi, ai dimenticati. Nel 2017, i ragazzi da mandare all’università; sono cinque, e i fondi raccolti insufficienti. Per la prima volta, temo di non poter tenere fede alla mia promessa. Temo di deludere i miei bambini.
Scrivo “Bianco Come Dio in un mese. Non c’È tempo. Lo auto pubblico. Spero che, grazie al supporto dei miei lettori, il ricavato sarà; sufficiente a coprire le rette universitarie dei miei ragazzi. “Bianco Come Dio fa questo e molto di più. Pubblicato solo in eBook e distribuito online, “Bianco Come Dio diventa un caso editoriale che conta oggi quasi 10000 lettori, rendendo finalmente giustizia alle vite, alle lotte e alle speranze dei miei bambini.
Mi laureo in giornalismo. I miei bambini, ormai ragazzi, iniziano l’università;. Il mio orfanotrofio prospera e, con la promessa di continuare sempre a sponsorizzare l’educazione dei piccoli, lascio l’India dopo quattro anni. Lavoro in Palestina, e poi nel campo profughi di Samos, in Grecia, dove plasmo e coordino un programma educativo per bambini rifugiati sfuggiti alla guerra e provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Palestina, dal Kurdistan, dall’Iran, dall’Algeria, dal Congo.
Tutto cià che i miei bambini mi hanno insegnato in India, io lo dono ai miei bambini qui, nel campo di Samos. Ed È qui che arriva la chiamata di Rizzoli. “Crediamo nel potenziale di ‘Bianco Come Dio’, e crediamo che le tue Missioni debbano essere conosciute in tutta Italia.
Qui, in questo luogo che mi sta consumando, che mi sta facendo sbiadire come essere umano, questo luogo di dolore e ingiustizia e profonda voglia di vivere, oggi so che ogni lotta, ogni lacrima o goccia di sangue versato, ogni singolo bambino aiutato significano che la nostra voce È ascoltata.
Ogni singolo giorno vissuto significa Cambiare le Cose. Ed È cosà perchÉ cinque anni fa, quando uno dei taciti, invisibili treni della vita era in partenza, ho deciso di essere il miglior me stesso possibile, invitandovi a unirmi a me e vivere davvero.
Cinque anni fa ho detto no. No a una vita che non mi appartiene. No a cià che la gente si aspetta che faccia. No ad accontentarmi del poco che la società; È disposta a concedermi. Cinque anni fa ho detto sà. Sà a una vita colma di significato. Sà alle mie aspirazioni, alle mie ambizioni, e ai miei sogni, tutti quanti. Sà al Cambiamento.
Negli ultimi 5 anni sono passato dall’essere un ragazzo arrendevole a cambiare completamente la vita di oltre 100 bambini in difficoltà;, dando loro una vera, concreta, equa possibilità;. Ora potremo farlo per migliaia.
E sà, forse non avrà guadagnato granchÉ negli ultimi 5 anni, ma se ho saputo risparmiare dolore ad altri esseri umani, allora mi considero un uomo decisamente ricco. Celebrare la vita, dopotutto, È farne il miglior uso possibile. Ce l’abbiamo fatta!.
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Bianco Come Dio: recensione del libro di Nicolà Govoni
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Nel libro Bianco Come Dio, Nicolà Govoni ci porta alla scoperta della quotidianità; vissuta a Dayavu Home, orfanotrofio presso cui collabora, inizialmente, come volontario. Partito con l’ingenuità; dei suoi vent’anni, per una terra sconosciuta, l’India, decide poi di rimanere. Decide di rimanere per fare la differenza e cambiare il mondo, perchÉ sebbene non si possa cambiare il mondo per tutti, lo si puà fare almeno per una persona. La storia È incentrata sulla vita di Nicolà e dei suoi venti “fratelli ed È temporalmente collocata dopo la stesura di UNO, suo primo libro. Quando torna, nonostante ad unirli, ormai, sia un legame fraterno, il ragazzo deve fare i conti con quello che si È lasciato alle spalle e recuperare il rapporto con i bambini dell’orfanotrofio. La sua vecchia vita, fatta di agi, vizi e soffocamenti tipici del mondo occidentale, era stata il punto cardine per la svolta che avrebbe costituito la sua nuova vita.
L’argomento di principale riflessione È il volonturismo, cià che aveva rappresentato la sua prima missione e che, si rende conto, aveva contribuito a rendere egoistiche le sue azioni. Il volonturismo È viaggiare per il mondo di orfanotrofio, in orfanotrofio: un bambino dietro l’altro, una vita dietro l’altra. Un fenomeno sempre più diffuso come questo, governato dalla speculazione delle multinazionali, porta a strumentalizzare la povertà;. Cià che Nicolà con schietta sincerità; ci mostra all’interno del libro È il necessario bisogno di amare i “suoi fratelli in quanto tali, in quanto individui concreti. Questi bambini non sono, infatti, esperienze da collezionare, ma persone spesso chiuse in sÉ stesse e abbandonate dalla società;. Non sono “angeli dalla pelle scura; sono esseri umani che si portano dietro le cicatrici di un passato oscuro, dominato dall’ignoranza. Proprio per migliorare la loro vita, Nicolà decide di migliorarsi e trasformarsi in una versione superiore di sÉ stesso, quella di chi con coraggio e responsabilità; combatte al loro fianco ogni giorno, contro le avversità;. E’ cosà che riesce, anche grazie al supporto economico di chi legge i suoi libri, ad assicurare loro un’istruzione, affinchÉ possano con il tempo diventare padroni del proprio mondo.
Bianco come Dio
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- EAN: 9788817104890
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Un racconto che Nicolà ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati all’orfanotrofio di Dayavu in India. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
Non torno, mamma. I bambini sono la fine del mondo. Ogni giorno mi stupiscono, ogni giorno bevo dalla loro felicità;. E mi chiedo con che coraggio ci lamentiamo della nostra crisi. Non voglio fare la predica a nessuno, solo dirti che non posso tornare. Tranquilla per me, non sono mai stato più felice
Se ti dicono che il mondo È sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità;: ti rassegni a vivere una vita che non È la tua, con il dubbio di sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolà, vent’anni carichi di domande, di energia e di un’inestinguibile ricerca di senso. A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, cosà sceglie di partire. Lo zaino che si porta È leggero: È convinto di trattenersi in India, nell’orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell’angolo remoto di mondo la sua vita È destinata a cambiare. PerchÉ presto scoprirà; che una vacanza da “volonturista non È quello che sta cercando. I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società; ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si puà sempre rinascere. E anche se Nicolà sa bene che la battaglia contro il male È persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Cosà decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell’orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia. Bianco come Dio È la loro storia, il racconto che Nicolà ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
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BIANCO COME DIO
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Con i libri in paradiso
I libri servono a capire e a capirsi
Recensione: Bianco come Dio di Nicolà Govoni
- Titolo: Bianco come Dio
- Autore: Nicolà Govoni
- Casa Editrice: Rizzoli
- Data pubblicazione: 30 Ottobre 2018
- Pagine: 220
- Trama: Se ti dicono che il mondo È sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità;: ti rassegni a vivere una vita che non È la tua, con il dubbio dà sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolà, vent’anni carichi di domande, di energia e di un’inestinguibile ricerca di senso. A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, cosà sceglie di partire. Lo zaino che si porta È leggero: È convinto di trattenersi in India, nell’orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell’angolo remoto di mondo la sua vita È destinata a cambiare. PerchÉ presto scoprirà; che una vacanza da “volonturista non È quello che sta cercando. I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società; ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si puà sempre rinascere. E anche se Nicolà sa bene che la battaglia contro il male È persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Cosà decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell’orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia. “Bianco come Dio È la loro storia, il racconto che Nicolà ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
Se ricordo bene, ho conosciuto questo libro grazie a mia mamma, che qualche mese fa mi mandà il link al blog di Nicolà Govoni, un ragazzo di ventisei anni, che a venti È partito per un periodo di volontariato in India. È un’esperienza che sta diventando sempre più comune tra gli adolescenti e non, ma per lui È stato diverso: in India ci È rimasto. Quell’orfanotrofio che lo ha accolto e lo ha scaraventato nella vita di venti bambini, È diventata la sua casa, cosà come la stessa India, dove Nicolà si È laureato in giornalismo, ha conosciuto persone di ogni estrazione sociale, con le storie più disparate alle spalle. Ed È cresciuto, più di quanto, molto banalmente, avesse fatto in venti anni da questa parte del mondo.
Non ho mai creduto nei miracoli,ma se assistere allo spettacolo di un bambino che impara qualcosa di nuovo non lo È, non so cos’altro possa esserlo.
Con Bianco come Dio Nicolà ha voluto raccontare tutto questo al paese che si È lasciato alle spalle. Prima di iniziare la lettura, ma anche nelle prime pagine ad essere sincera, le mie aspettative erano poco lusinghiere: ero curiosa di leggere il racconto di un’esperienza che resta comunque fuori dagli schemi, ma mi aspettavo poco sia dalla narrazione che dai contenuti. Di libri che parlano di esperienze di volontariato, ne ho
visti stracolmi gli scaffali delle librerie: temevo l’esaltazione, fino alla pesantezza, di un’esperienza che ti fa crescere, rimette le cose in prospettiva facendoti capire davvero cosa È importante. Mi annoiavo al solo pensiero di dialoghi drammatici e poco realistici attraverso i quali il protagonista apprende il senso della vita. Perà quel ragazzo, il suo sorriso e tutte i piccoli visi che gli vedevo affiancati nelle foto su Instagram, mi incuriosivano.
Niente di quello che temevo si È realizzato per un semplice motivo: le parole di Nicolà vengono direttamente dal suo cuore, e si sente, o meglio, si legge. Non È proprio difficile farmi piangere, ma se un libro ci riesce vuol dire che È arrivato dove doveva, e questo lo ha fatto. Oltre allo scopo di raccontare e di far riflettere, queste duecento pagine sono state scritte con la passione di chi deve mandare all’università; tre dei suoi venti fratelli orfani (o quasi orfani). È per questo motivo che il libro È nato, con lo scopo di raccogliere fondi per garantire un’istruzione ai piccoli protagonisti.
Loro non ignorano il colore della mia pelle, mi dico. Semplicemente, ai loro occhi, È irrilevante. Ai loro occhi io non sono bianco o occidentale o privilegiato, sono semplicemente io. A un bambino non importa se indossi Ralph Lauren, se mangi cibi costosi e se hai studiato a Harvard. Amalo, e ti amerà; di rimando. Fagli del male, e ti amerà; comunque. Questa È la grande bellezza e il profondo orrore dell’innocenza.
E poi c’È stato un secondo motivo: niente È stato romanzato. Anzi, faccio un passo indietro: ci sono un paio di dialoghi un po’ calcati e appesantiti, che rischiano di stonare con la semplicità; e sincerità; di tutto il resto, ma il tutto si esaurisce in poche pagine. Fatta eccezione per questi pochi frammenti, È una storia vera. L’India È bella, le persone autentiche, i bambini hanno dei sorrisi meravigliosi. Ma c’È la siccità;, nelle grandi città; i bambini ti circondano per avere qualche spicciolo, le persone oltre che autentiche sono segnate da una profonda ignoranza e quei bambini che Nicolà vorrebbe aiutare, si trovano a fare i conti con un passato di abusi e abbandoni. Ogni singola storia va a comporre un puzzle triste, ma in cui c’È anche tanta speranza.
Accanto a tutto questo, c’È il discorso delle grandi agenzie che si occupano di mandare giovani volontari nel terzo mondo, del mercato assurdo che alimentano, facendo pervenire a strutture come Dayavu Home solo circa 3
€ al giorno. Pochi soldi, da cui essi comunque dipendono. Oltre alle grandi somme, ad essere alimentato È anche il delirio di onnipotenza degli occidentali, la convinzione di cambiare le vite di persone deboli e in difficoltà; con poche settimane. Certo che loro avranno sempre larghi sorrisi in risposta, ma È perchÉ c’È un vuoto d’affetto che il fenomeno del volonturismo va solo ad ampliare. Come se fosse una seconda conquista del mondo, con una seconda e altrettanto falsa convinzione di superiorità;, di mezzi di salvezza.
Non È tanto cià in cui credono quanto cià a cui sono indifferenti a creare questa separazione: non quello per cui si battono, ma quello che accettano come immutabile.
Mi ha colpito tanto anche il cambiamento del rapporto con la sua famiglia e i suoi amici,
la comparsa di una distanza inevitabile, quasi triste. Forse a tutti È capitato di sperimentarla, nel nostro piccolo. Ma forse ancora più inconsapevolmente, ci siamo posti dall’altra parte, quella di chi non capisce, guarda il mondo con superficialità;, senza cattiveria, ma con un altro tipo di ignoranza. Magari il libro di Nicolà puà aiutarci anche in questo, a sforzarci di capire un secondo di più le conseguenze di cià che accade a decine di migliaia di chilometri da noi.
Sto provando a riportarvi le cose che più mi hanno fatta riflettere, punti su cui non mi ero mai soffermata, ma che sono interessanti e preoccupanti quanto il finto perbenismo che c’È dietro. Non puà essere perà la stessa cosa di leggerlo direttamente dalle parole di Nicolà. Io non conosco assolutamente questi argomenti, non sono in grado di apprezzarne la complessità; anche solo etica che nascondono. Sicuramente mi È stato offerto un nuovo punto di vista, oltre all’innocente “Che bello sarebbe poter partire per fare volontariato.
Nicolà dopo essere rimasto in India per quattro anni, ha auto-pubblicato questo libro per creare un corridoio di donazioni sempre aperto per Dayavu Home. Con il ricavato È riuscito a mandare all’università; i ragazzi più grandi. Da qualche mese il libro È edito da Rizzoli, e i nuovi fondi stanno per diventare una biblioteca che Nicolà sta costruendo. È tornato in India per questo, È tornato da Samos, dove ha aperto la prima scuola per bambini profughi e rifugiati.
Con questo libro costruisci una biblioteca per bambini in India.
Ho letto una ricerca che definiva il fenomeno del volonturismo un fardello per le istituzioni locali, ridotte a un mero strumento attraverso cui i volontari compiono quello che ormai È diventato un vero e proprio rito di passaggio all’età; adulta. Il volonturismo, in definitiva, riguarda il desiderio occidentale di cercare un significato, trasformando la povertà; in un feticismo, uno spettacolo con cui interagire.
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Nicolà Govoni: (1993) È cresciuto a Cremona. A vent’anni È partito per l’India e si È unito a una missione umanitaria presso l’orfanotrofio Dayavu Boy’s Home, dov’È rimasto per quattro anni. Ha studiato giornalismo e lavorato per le testate «BBC Knowledge», «South China Morning Post» e «Metropolis Japan». Oggi vive e lavora in un campo profughi sull’isola greca di Samos, dove ha aperto una scuola. Il ricavato di Bianco come Dio sarà; destinato alla costruzione di una biblioteca nell’orfanotrofio indiano in cui È ambientato il libro .